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La nuova ora di religione secondo Profumo: cosa ne pensa Don Antonio?

Creato il 27 settembre 2012 da Webmonster @mariomonfrecola

Penso alla «mia» ora di religione con ilarità.

Da ragazzino frequentavo la scuola media di Quarto (dove abitavo allora) ed il professore era Don Antonio, il parroco del paese. Un uomo che ai miei occhi di bimbo era da sempre “anziano”, basso e cicciottello non ricordo una sua immagine da giovane. Nel piccolo centro in provincia di Napoli, il prete era una figura importante per gli equilibri cittadini e la sua autorità rispettata e riconosciuta da tutti.

Quando Don Antonio entrava in classe calava un silenzio tombale, il suo abito nero ci trasmetteva l’austerità di un uomo abituato a non ricevere mai obiezioni. Il prete-professore era famoso nell’intera scuola per le «carocchie»: se durante la sua ora uno studente non rispettava le regole, Don Antonio – con disinvoltura – si avvicinava al ragazzo e all’improvviso … ZAC … partiva la botta!

 

La nuova ora di religione secondo Profumo e la scuola di una volta

 

L’anziano maestro sferrava una «carocchia» che – per chi non lo sapesse – è un “colpo secco e doloroso assestato al capo e portato con movimento veloce dall’alto verso il basso con le nocche maggiori delle dita serrate a pugno” (da dialettando.com)

Per diritto di cronaca annoto che, al contrario di oggi, ai tempi di Don Antonio i genitori erano sempre dalla parte dei docenti e dopo la «carocchia», al rientro a casa, per il figlio-discolo seguiva pure una giusta punizione «per non aver ascoltato il professore».

Caro ministro Profumo, se proprio vuole attribuire all’«ora di religione» un nuovo significato più moderno e vicino ad una società multietnica, proceda pure ma stia attento: Don Antonio, dall’alto dei cieli la controlla e se sgarra una carocchia (di quelle pesanti!) la raggiungerà ovunque Lei sia.

 

MMo



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