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La palombella di Bersani

Creato il 10 giugno 2012 da Chiosaluxemburg @ChiosaLuxemburg

La palombella di Bersani
se io guardo a destra lui pensa che tiro a sinistra, ma io tiro veramente a destra… a destra… devo tirare a destra… no forse è meglio a sinistra…”.
Ci risiamo: dove tirerà stavolta il PD? Una cosa almeno stavolta sembra essere chiara: Di Pietro è fuori. Lo strappo sembra consumarsi sempre di più, e l’altroieri, all’incontro fra i tre della foto di Vasto in una saletta sotterranea di un  hotel di Villa Borghese, convocati dalla FIOM, lo scambio di battute fra Bersani e il leader dell’IDV, sembra denunciare una rottura ormai insanabile.(http://www.corriere.it/politica/12_giugno_10/dipietro-pd-scambio-accuse-spartite-poltrone-diffamazione-vendola-media_34a50dd4-b2d6-11e1-8b75-00f6d7ee22cc.shtml) Nessuna novità: Di Pietro non ha mai digerito il “montismo” del PD. Anche Vendola  non è mai stato un montiano della prima ora. Nondimeno, nell’incontro con FIOM e CGIL si è proposto come mediatore, e ieri ha rilasciato all’Unità quest’intervista:
D: ” Bersani ha annunciato entro la fne dell’anno primarie aperte per la premiership: lei si candiderà?” R: ” Io sono a disposizione”. D: ” Pensa in prospettiva ad una fusione tra PD e SEL?” R: ” Il problema non è la fusione tra PD e SEL. Il punto è la sinistra del futuro. Dovremo lavorare ad una grande ricostruzione dei luoghi della sinistra”.
Nell’intervista rilasciata a Repubblica, Vendola è ancora più esplicito “ conosciamo le divaricazioni e i contrasti. Non avremmo avuto il ventennio berlusconiano se la sinistra non si fosse così accuratamente divisa”.
 Altro che “tiro a destra, tiro a sinistra”; Vendola è decisamente per una sinistra aperta anche al centro, e non per un centro con un posticino in fondo alla stalla per la sinistra (cioè l’attuale PD). E allora tutto potrebbe essere chiaro: dentro Vendola, fuori Di Pietro e si tira a sinistra. Ma non è così. Appena 2 giorni fa, Bersani parlava di “un patto dei democratici e dei progressisti per l'Italia che faccia una proposta comune verso le forze autonome di centro”.  E ancora: “È una proposta che faccio non solo ai partiti di un centrosinistra di governo ma ad associazioni, movimenti, liste civiche, sindaci e amministratori, singole personalità “.(http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-09/bersani-primarie-aperte-patto-081607.shtml?uuid=AbXFYepF) Che significa? Che Bersani guarda ancora ai moderati. In più usa la parolina magica che di questi tempi serve da grimaldello per scassinare qualsiasi serratura ideologica: “liste civiche”.
Sia detto per inciso: a me piacciono i partiti. Ve li ricordate i partiti? Quelli che ora tutti usano come tirassegno per  i loro sputi e le loro pernacchie, quelli che è un onore dire che sono un disonore. Beh, a me piacciono proprio quelli, con tutte le loro contraddizioni e le loro nefandezze, ma anche con tutta la loro tradizione e storia. Di storia il PD ne ha e potrebbe guardare a quella: al PCI, al partito della costituzione, non al condominio che si è ridotto ad essere.  E cos'è questa rincorsa al "nuovismo" delle liste civiche se non un'altra sindrome da condominio?  Queste liste civiche, questi movimenti dove c’è tutto e il contrario di tutto, dove tutti si dichiarano contro i partiti (a proposito, antipartitocratico lo è Pannella da 50 anni, ma è un vecchio liberale, non fa tendenza), dove tutti fanno a gara a scagliarsi contro queste categorie obsolete che sono la destra e la sinistra; questi pentoloni di “anticristi anticasti” cosa sono? L’anticamera del nulla. Un condominio di strilloni.  Un palliativo in attesa del nuovo “mattatore”, del nuovo “ghe’ pensi mi' ”, del nuovo moloch. 
Oggi è l’ 11 giugno. 28 anni fa moriva Enrico Berlinguer. Ecco la sua celebre dichiarazione a Repubblica nel 1981: “La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni”. Parole di un’incredibile attualità, a testimonianza del fatto che non servono i “beppigrilli” per denunciare le ruberie, ma può farlo anche un politico che facendo la politica non si è mai messo in tasca un soldo. Ce ne sono molti anche oggi. Una per tutti? Emma Bonino.
Oggi il PD, oltre a sentirsi erede di Greganti e Penati, deve ricominciare a sentirsi erede anche di Berlinguer. Ma la questione morale non basta: deve assolutamente puntare a sinistra.
Se a sinistra si decide una volta per tutte di tirare a sinistra ( e questa volta l’occasione è davvero irripetibile), io userò l’unico strumento che ho a disposizione per cambiare le cose: una matita  per mettere una croce su un futuro partito di sinistra finalmente di sinistra. La scelta che si profila all’orizzonte potrebbe essere allora questa:  Di Pietro\Grillo da una parte e Vendola\Bersani dall’altra. Destra contro sinistra. Inutile pensare che siano categorie superate. Inutile pensare che con le liste civiche e i movimenti ci si possa liberare di quelle due "convenzioni".   Voi da che parte state? Se Bersani dovesse accogliere  la proposta di Vendola io voterò un partito di sinistra. Se dovesse rimanere ostaggio dei Letta & company voterò scheda bianca. Beppe Grillo che ha imbarcato tutta la destra italiana non avrà mai il mio voto. Ah... dimenticavo, c'è ancora D'alema... e allora si tira a destra anche stavolta. Povero Enrico.

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