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La parte giusta

Creato il 22 settembre 2014 da Andreapomella

Alla radio passa questa pubblicità, c’è la voce di una ragazza che si chiede: “Mi si nota di più con un libro di mille pagine o con una rivista di moda?”, la risposta che si dà è che la si nota di più se corre a comprarsi una city car. Questa pubblicità agisce in tre modi sulla mia coscienza. Il primo modo: storco il naso (si intende il naso della mia coscienza, ammesso che la coscienza abbia, tra le altre cose, un naso) e penso che, uhm, questa è una pubblicità che lancia un messaggio orrendo, in sostanza dice che in città è meglio spostarsi con una city car che con i mezzi pubblici. Il secondo: sobbalzo indignato e penso che è una cosa spaventosa mettere un libro di mille pagine sullo stesso piano di una rivista di moda o – peggio ancora – di una city car. Il terzo: oh signore, ma davvero c’è qualcuno che sceglie i libri per farsi notare? Il quarto, il quinto, il sesto, eccetera: Pensandoci bene ha ragione la ragazza, tutti a diciott’anni abbiamo preso una metropolitana sfoggiando un Dostoevskij, un Joyce, un Bukowski, scrutando le reazioni degli altri viaggiatori, a quell’età i libri si portano come vestiti; le questioni dell’ecologia sono a un binario morto; è l’epoca della vanità; se il libro fa schifo, è meglio leggere un rivista di moda; se il libro fa schifo e la rivista di moda anche, è meglio comprarsi una city car e guidare come un matto; è così deprimente, una vita impostata in questo modo, intendo in questo modo meticoloso che mi sono scelto, alla continua ricerca delle idee corrette e dell’intelligenza, del gusto, dell’amore per i libri, questo modo che mi costringe a vivere come un alpinista paralizzato dal terrore del precipizio, che forse la questione è molto più semplice di quanto creda: la parte giusta del mondo è in tutto ciò che sta al contrario di me.


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