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La partenza col botto degli spot renziani: "Stupiremo il mondo"

Creato il 25 agosto 2014 da Tafanus

VENERDI' 29 AGOSTO INIZIANO I "MILLE GIORNI CHE CAMBIERANNO IL MONDO" (Ma non erano già iniziati da quando i "Cento" erano diventati "Mille"?) (Fonte: Il Manifesto)

Venerdì 29 ago­sto sarà il giorno della «ripar­tenza con il botto» per il pre­si­dente del Con­si­glio Mat­teo Renzi. Il giorno prima del Con­si­glio Euro­peo, dove si discu­terà sulle nomine alla Com­mis­sione Ue, Renzi vuole appro­vare tre «len­zuo­late»: la matrio­ska dello «Sblocca Ita­lia», 29 «linee guida» sulla scuola defi­nite «stu­pe­fa­centi» ieri dal pre­mier, e la riforma della giu­sti­zia civile. Con que­sto pac­chetto di riforme «strut­tu­rali» il governo chie­derà in cam­bio la «fles­si­bi­lità» del patto di stabilità.

Berlusconi-cazzate
Nella con­fe­renza stampa del 1 ago­sto scorso dove ha annun­ciato lo «Sblocca ita­lia» Renzi ha rinun­ciato alle slide, optando per una car­tina dove ha mostrato le grandi opere in can­tiere (...vi ricorda qualcosa? NdR).

A poco meno di una set­ti­mana dal varo di tali riforme epo­cali, voci e indi­scre­zioni con­ti­nuano a mol­ti­pli­carsi. Nelle ultime ore il governo ha fatto tra­pe­lare che i tec­nici dei mini­steri coin­volti (Infra­strut­ture, Tesoro, Svi­luppo eco­no­mico) non hanno mai smesso di lavo­rare a fer­ra­go­sto. E tutti atten­dono il ritorno dalle vacanze del mini­stro dell’Economia Padoan, pre­vi­sto per domani, per ini­ziare a par­lare di soldi.

Resta un’impresa ricom­porre il col­lage degli annunci in un razio­nale qua­dro sin­te­tico. Per uscire dal «pres­sa­poco», e del «quasi niente» si rende neces­sa­ria una mappa a par­tire dallo «Sblocca Ita­lia». Ieri il mini­stro delle infra­strut­ture Lupi ha det­tato le sue esi­genze al Cor­riere della sera. Al con­si­glio infor­male dei mini­stri dei Tra­sporti Ue del 16 set­tem­bre pro­porrà «che le spese per inve­sti­menti per alcune opere stra­te­gi­che per l’Europa non vadano cal­co­late nei defi­cit dei Paesi che le rea­liz­zano» (...ma non erta già stato chiesto? e nonm era già arrivato un limpido, sereno, chiaro NOOOOOOOO dalla UE? Ma perchè dobbiamo continuare a fare figure da perecottari a probabilità di successo ZERO? NdR)

Lupi pensa di mobi­li­tare «43 miliardi di euro» di «risorse già dispo­ni­bili» (???) per inve­stirle in grandi opere, effi­cienza ener­ge­tica, reti digi­tali e sem­pli­fi­ca­zioni buro­cra­ti­che. Sul tavolo ci sono anche bonus e incen­tivi fiscali, nuovi o da rin­no­vare, per i quali la par­tita coper­ture non è semplice.

Il Sole 24 ore ha defi­nito «far­se­schi» i numeri della lista Renzi-Lupi. Tra fondi di coe­sione euro­pei al 2020, fondi mini­ste­riali, e altri spic­cioli inve­stiti in opere già in can­tiere, il governo potrà con­tare su 12 miliardi per opere che par­ti­ranno entro due anni. Nell’elenco è stata inse­rita la leg­gen­da­ria auto­strada Orte-Mestre, un’impresa farao­nica che da sola vale 10 miliardi. Dif­fi­cil­mente vedrà la luce entro il 2016. Poi c’è l’alta capa­cità fer­ro­via­ria Napoli-Bari per cui sareb­bero dispo­ni­bili 2,9 miliardi di euro sui 6,2 di costo. Per gon­fiare l’elenco sono state inse­rite anche opere già in essere come le opere all’aeroporto di Fiu­mi­cino o quelle nello scalo di Venezia.

Pre­vi­sto il con­fe­ri­mento di poteri d’eccezione a super­com­mis­sari, neces­sari per Renzi-Lupi a tagliare le gambe all’opposizione dei «comi­ta­tini» che si oppon­gono a cemen­ti­fi­ca­zione e spe­cu­la­zione e per aggi­rare la «buro­cra­zia». A comin­ciare dalla Corte dei Conti per finire al potere d’interdizione degli enti locali. C’è poi la par­tita delle par­te­ci­pate dagli enti locali: pre­vi­sti accor­pa­menti, pri­va­tiz­za­zioni e quo­ta­zione in borsa del 60% del capi­tale dei ser­vizi locali entro il 2015. Faci­li­tata la dismis­sione dei beni dema­niali e delle caserme a fondi comuni di inve­sti­mento immo­bi­liare. Stando alle bozze cir­co­lanti, que­sto rilan­cio della spe­cu­la­zione urbana dovrebbe essere gestito dalla Cassa Depo­siti e Prestiti.

L’elenco sulla scuola non è meno breve. Dopo la rissa tra Pd e Ragio­ne­ria dello Stato che ha boc­ciato il finan­zia­mento da 416 milioni di euro in tre anni per man­dare in pen­sione il per­so­nale sco­la­stico «Quota 96» (4 mila per­sone), la par­tita delle coper­ture è diven­tata un poker. Per il pre­mier gli inter­venti sulla scuola tra­sfor­me­ranno gli inse­gnanti in un «asset stra­te­gico» tra dieci anni (...fra dieci anni io sarò molto presumibilmente passato a miglior vita... NdR). Renzi sostiene anche di stare lavo­rando con il mini­stro Gian­nini «e la sua squa­dra». Su cosa non è dato sapere. Il mondo della scuola resta in attesa di «anti­ci­pa­zioni» che non tar­de­ranno a trapelare.

Sul tavolo ci sarebbe la que­relle sul miliardo per l’edilizia sco­la­stica (a feb­braio erano stati pro­messi 3,7 miliardi): 450 milioni per 17.961 inter­venti di «pic­cola manu­ten­zione»; 400 per la messa in sicu­rezza; 244 dallo sblocco del patto di stabilità. Solo la metà di que­sti fondi sarebbe dispo­ni­bili, ma a luglio non era stato inve­stito un euro. Gli effetti, se ci saranno, si vedranno dal 2015. Tra interviste-spot e ritrat­ta­zioni sull’aumento dell’orario di lavoro dei docenti, l’estate della scuola è stata cal­dis­sima. Fino al punto da spin­gere tutti i sin­da­cati a minac­ciare lo scio­pero gene­rale ad otto­bre. Il governo ha con­ge­lato tutto.

Nell’ordine è stato annun­ciato: un piano di reclu­ta­mento di 100 mila pre­cari in 3 anni; un «con­cor­sone» per il 2015; la gene­ra­liz­za­zione delle prove Invalsi; la crea­zione dell’«organico a rete» com­po­sto da docenti di ruolo per can­cel­lare le sup­plenze brevi dei pre­cari; un bonus per i pri­vati che inve­stono nella riqua­li­fi­ca­zione degli isti­tuti o nella for­ma­zione pro­fes­sio­nale degli stu­denti. Si parla di 25 milioni per «poten­ziare» l’insegnamento della sto­ria dell’arte e della musica per i bienni nei licei e negli isti­tuti turi­stici. Venerdì, forse, si saprà se ci saranno le coperture.

Roberto Ciccarelli

2008/0630/1700


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