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La poesia

Creato il 21 marzo 2014 da Albix

La poesiaOggi è la giornata internazionale della Poesia. L’Italia, Paese di santi, navigatori e poeti, è dunque in festa!

Ma cos’è esattamente la Poesia?

Oggi che ci sono più poeti e scrittori che lettori, ha ancora un senso parlare di Poesia?

Mi tornano in mente i versi graffianti di Vecchioni (… ipoeti si fanno le pippe… e han visto la guerra con gli occhi degli altri…); oppure quelli altrettanto espliciti di De Gregori (Mussolini ha scritto anche poesie… ipoeti che brutte creature ogni volta che parlano è una truffa…); poi mi rifaccio la b occa pensando al poeta di Bruno Lauzi; oppure ai poeti francesi ripresi in Italia da De Andrè.

Insomma, c’è poesia e Poesia.

In realtà ci sono i bozzettisti, i piagnoni, i romantici, i satirici, i ritrattisti, gli incompresi, i solitari, i segaiuoli..- poi ci sono i Poeti.

Non voglio scomodare Melpomene, Erato e Calliope ma questo tsunami di versi che sembra avere travolto questo mondo globalizzato e alfabetizzato mi sembra abbia poco a che fare con le Muse e lel loro rigide regole poetiche.

Oggi, per recuperare un poco della dignità perduta, i poeti dovrebbero rileggersi (o leggersi?) le vecchie regole della tecnica poetica, almeno  in termini di metrica, ritmo e sillabismo, così da porre un argine a questo effluvio dilagante di versi che sta sommergendo il mondo e la rete; poi sarebbe bene rileggersi (o leggersi?) i grandi poeti della classicità: Omero su tutti; ma anche Dante, Leopardi, Manzoni, Foscolo, Carducci e Pascoli (cito a caso; ma ci sono altri grandi poeti da leggere prima di scrivere).

Ancora,  ogni poeta, per dirla con Orazio, dovrebbe aspettare almeno nove anni, dopo avere composto i suoi versi, prima di pubblicarli; e nel frattempo lavorar di lima (labor limae, la chiamava l’Autore dell’Ars Poetica).

Infine (ma siamo solo alla fine dell’introduzione di questo improvvisato mini-manuale “Essere poeti oggi”) ogni poeta dovrebbe ricordarsi, almeno quando compone i suoi versi, che il centro del mondo non risiede nel suo ombelico, ma che al contrario, noi uomini siamo atomi alla deriva, nella periferia del Cosmo il cui centro qualcuno chiama Dio ma che qualunque cosa sia è raggiungibile solo attraverso una continua ricerca fatta di studio, pensiero, riflessione, meditazione, umiltà, modestia e chissà cos’altro ancora.


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