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La poliedrica Georgia Lepore

Creato il 17 dicembre 2010 da Carlo_lock
Nel mondo dello spettacolo esistono personaggi noti a un certo tipo di pubblico oppure non valorizzati come dovrebbero, personaggi famosi per una stagione e poi spariti, altri in attività ma in sordina, altri ancora riconoscibili per la voce, per una sigla, ma non esattamente per il nome.
Non si può a questo proposito non citare la poliedrica Georgia Lepore (con la e)! I bambini e i ragazzi cresciuti tra gli anni Settanta e Ottanta la ricorderanno con piacere e commozione per le sigle dei loro cartoni animati, mentre i cinefili (ma veramente cinefili) non si dimenticheranno che è stata anche l'autrice di un cortometraggio, Addio (2005) e ha dato la sua voce come doppiatrice a numerosi film, telefilm e fiction tv, di tutti i generi. Uno dei suoi più famosi doppiaggi è stato quello di Brenda nel telefilm Beverly Hills, ma ha anche lavorato per autori come Truffaut ( Gli anni in tasca), Leone (C'era una volta in America, Jennifer Connelly giovane), Argento in Phenomena (Sophie, l'amica di Jennifer), Annie di John Huston, La storia infinita (la principessa di Fantasia), molti horror come Non aprite quel cancello, Society, Sex crimes, Trainspotting, e poi Volaverunt, di Bigas Luna. Questi film, questi registi, non sono neanche un decimo del totale, immaginatevi bene.
Però non poteva mancare nemmeno il teatro nella carriera di Georgia, molte pièces realizzate insieme al marito Franco Bertini.
Per evitare di ridurre questo post a un elenco da curriculum vitae, vale la pena di dire come Georgia Lepore, sia ormai una figura mitizzata da ex-bambini ed ex-adolescenti per le sue sigle di cartoon (Conan, Mimì e soprattutto Peline) e per la sua splendida voce dei tempi, molto ben caratterizzata, una voce di seta, anche sessualmente ambigua tra un bambino maschio e una lolita, mai uguale, sempre funzionale alla sigla che doveva interpretare, capace anche di far commuovere un adulto. Comincia a cantare nel 1975, a 10 anni, nel Coro dei Nostri Figli di Nora Orlandi, col quale prende parte a diversi progetti musicali per bambini, in seguito anche con Nico Fidenco. La prima sigla da solista, struggente, superba, la incide a 14 anni, nel '79 ed era Ciao Lassie, per il telefilm, una lettera aperta, parlata, al cane...vi ricordate? no, non sei mica un cane normale tu, che si può lasciare come un animale in salotto e portare giù al guinzaglio alle otto.
Ma se volete il giudizio di Carlo Lock la prova migliore è la sigla La fantastica Mimì (1983), canzone nella quale Georgia riassume al meglio le sue doti vocali su una base elettro-dance in linea coi tempi; lei è cresciuta, ha 18 anni, e riesce in questa prova ad assumere un timbro molto sensuale, apprezzato e riconosciuto da tutto il popolo di Youtube, ma mai lascivo o sciocco, perché questo cartone animato era anche serio, addirittura in certi momenti anche violento (della violenza abbiamo già parlato). Lo spezzone della canzone che manda in sollucchero i fan adulti è quello dell'inciso, Tute colorate, noccioline e gelati.
Devo riconoscere che il monopolio-Cristina D'Avena ha poi schiacciato considerevolmente le caratteristiche individuali di artisti che meritavano sicuramente di più e hanno passato il testimone (a malincuore).
Anche scrivere sigle di cartoni animati e poi cantarle è un'arte, bisogna colpire al cuore la gente raccontando in pochi minuti la storia dei personaggi di celluloide, un'operazione che in parte è in mano agli autori, ma il merito finale è quello della voce dei cantanti.
La sigla di Mimì rifatta dalla D'Avena (e presente nei cofanetti dvd) non ha nulla del pathos della Lepore, anzi la sigla di Mimì sarà sempre la sua....Ci ricorderemo sempre di Tute colorate, noccioline e gelati.
Ma, leggendo alcune dichiarazioni attuali fatte da Georgia (oggi donna di classe, femme fatale, spumeggiante e molto molto figa, anche a quarant'anni superati...Chissà cosa doveva essere a 18 anni ragazzi!!!), si capisce come il "mito" è qualcosa che parte da noi, la poesia, la riflessione, insomma, tutto questo non pertiene a chi magistralmente lavora nel mondo dello spettacolo, che,magari, è "un'operaio dei nostri sogni" (per citare Quasimodo), ma nulla di più, lavora per noi, ma non c'entra con noi. Ecco, quindi, che c'è un po' di delusione a sapere che la Lepore non si è mai interessata di cartoni animati e nemmeno sa riferire quanti dischi è riuscita a vendere (e sicuramente moltissimi per l'epoca).
Ma non preoccupatevi, nessuno si dimenticherà di lei e delle sue sigle, certamente.


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