Il post diffuso su Facebook da Patrizia Signorini, riportato per intero qui sotto e molto commentato, dimostra il senso di disagio dei commercianti cremonesi, forse più della protesta del presidente dell’Ascom sul solito giornale di carta. Da un lato fa piacere l’impegno di alcuni, di tanti meno noti, ma non si comprende la mancanza di una riorganizzazione del commercio. Da quel che si comprende, le associazioni di categoria non vanno d’accordo tra loro, afferma l’assessore De Bona. Intanto alcuni negozianti si sono uniti nel cortile Federico II: un tocco cremonese alla Festa del torrone, solito evento consumistico. Si perde un’occasione dopo l’altra. Si ripete sempre lo stesso format, si evita l’opportunità di coinvolgere gli stranieri (il torrone è arabo-spagnolo, ad Alicante lo fanno in casa, i mandorli sono proprio lì, vicino alle ditte). Poi le proteste perché i negozi sono chiusi!
Ma perché tutto quel franchising? E’ davvero necessario? E se i commercianti si unissero veramente in un’attività comune? Ci sono spazi vuoti, nessuno vuol vedere negozi vuoti, chiusi, né in centro né in periferia. Se organizzassero un ministore dove il consumatore si serve da solo? Se si mettessero d’accordo con i consumatori per abbassare i prezzi sui generi più richiesti? Discorsi difficili, complicati, ognuno pensa a modo proprio. Credo però che bisognerebbe uscire dallo stile amministrativo del Comune. Tanti eventi, tanti articoli sul solito giornale, pare che si faccia chissà che cosa. Invece no, gli effetti per i cremonesi non ci sono. Negozianti e consumatori (col potere d’acquisto che hanno!) sono molto delusi. Al contrario. Il sindaco Perri non lo vedono neanche i commercianti. Il sindaco non parla mai con la gente: grandissimo problema, viene anche platealmente fischiato. Probabilmente non ha capacità politica, visto che altri sindaci tra i loro concittadini ci sono (Stefania Bonaldi, guarda un po’). Allora perché perché i commercianti non si guardano intorno, vedendo che accade in altre città e agiscono di propria iniziativa, unendosi, programmando, senza badare troppo alla politica che tanto non aiuta? Non serve troppo la politica, quando il dialogo con i consumatori, che comprano dove conviene, dove serve, quello che serve e quello che desiderano. Sarà mai possibile una via d’uscita? La tendenza preoccupa: le saracinesche si abbassano e progetti duraturi non ce ne sono. Dal Comune arrivano solo eventi consumistici che si esauriscono in poche ore o pochi giorni. Ovvio che non funziona. L’amministrazione comunale pare del tutto gelida e insensibile. Dovrebbero andarsene (parere personale, neanche troppo isolato!). Ecco il bel testo di Patrizia Signorini. Non sono d’accordo sulla cremonesità del torrone, ma fa sempre piacere vedere entusiasmo per il proprio lavoro.
Giornate intense coronate da un trionfo di acqua, luce e fuoco, i simboli della terra e della vita in cui migliaia di persone si sono ritrovate nel nome della bellezza e di una giornata di svago in famiglia dedicata a Cremona. Pensiamo a quanti hanno deciso di venire da noi: è un onore e una fortuna avere un evento che ci coinvolge tutti e ci trasforma in un centro di incontri gioioso e potente,
sia sotto il profilo economico, che mediatico, che sociale. Io sento di dovere un ringraziamento a SGP Eventi per aver lavorato così bene alla struttura e alla comunicazione di questa Festa. E sono ben consapevole quanto valga la presenza qualificata di noi espositori cremonesi in Cortile Federico II. Ricordo quando tanti anni fa, all’arrivo di PWD Eurochocolate, si voleva relegare anche noi nel mucchio degli espositori generici; feci una battaglia fortissima contro quegli accordi presi insalutato ospite, cioè senza neanche interprellarci. Si scatenò una polemica furiosa con Comune e Ascom finita sulle pagine dei quotidiani di allora, ma alla fine riuscii ad ottenere per tutti noi 6 – Negozio Sara, Tosca, Bottega del Biscotto, Dolce Follia, Negozio Vergani e Enoteca Cremona – l’impegno a riconoscere la nostra autonomia commerciale in quanto rappresentanti della città. Siamo sempre stati insieme, nel cortile Federico II abbiamo trovato una spazio ideale per raccontare l’essere cremonesi e incontrare le persone che vengono a Cremona per noi e soprattutto per noi. E’ stato strategico valorizzare la cremonesità, sarebbe stato un errore madornale non farlo. E lo si capisce a maggior ragione oggi, quando le persone hanno una maggiore sensibilità verso chi rappresenta un territorio, chi sa raccontare la verità delle cose, chi sa incontrare. Di Fiere è piena l’Italia, ma la Festa del Torrone ha un potenziale di incontro straordinario e questo deve essere riconosciuto, ampliato e difeso; grazie anche a Massimo Rivoltini e agli altri sponsor, ma a lui in particolare perchè vede lontano e coniuga il suo business ad una capacità imprenditoriale intelligente e dinamica. Abbiamo presentato il Torrone AD LIBITUM, nato dalla nostra collaborazione: è una goccia nel suo mare, ma aver accettato di fare solo per me un torrone nuovo, con il meraviglioso miele cremonese biologico di Sergio Zipoli di Romanengo significa condividere molte cose e soprattutto capire il potenziale delle idee prima che dei numeri. Questo ci insegnano le migliaia di persone arrivate a Cremona: la potenza delle idee, il lavoro serio con una visione ampia, il contributo di tutta la città, l’affidarsi a persone capaci e valide. CRemona deve riprogettare molte cose con una testa nuova: Mondomusica, Il Bontà, il turismo culturale ed enogastronomico di qualità: per farlo ci vogliono cultura, onestà e tanto impegno. Non conta chi sei nella scala locale dei potenti: conta cosa sai fare e dare per gli altri.Patrizia Signorini