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La porcellina intelligente

Creato il 21 febbraio 2012 da Motherbrave
Più volte ho sottolineato come il mondo genitoriale sia radicalmente diverso nella realtà, da quello rappresentato sui mezzi di comunicazione. Riguardo la maternità per esempio, per me ha rappresentato un trauma molto serio il personaggio di Brooke Logan in Beautiful, che ha partorito figli fino a ottant'anni (pur dimostrandone sempre venti) e non l'abbiamo mai vista portarne uno a scuola, cambiare un pannolino, pulire un vomito dal divano. No. Brooke ha continuato a lavorare come se nulla fosse, alimentando la nostra illusione che lavorare e avere dei figli non fosse inconciliabile. Faceva l'imprenditrice, Brooke, oltre a numerose sessioni di sesso in sauna - avete mai provato a fare sesso in sauna? Ecco, provate e poi ne parliamo.
Ma questo è solo uno dei mille esempi che potrei fare, eh. Poi ci sono tutti quei film in cui ci sono dei bambini da mettere a letto. Avete presente? I bambini indossano dei pigiamini deliziosi, si mettono a letto sotto le coperte e uno dei due genitori si siede a leggere una storia. A questo punto le opzioni sono due: o il bambino si addormenta prima che la storia sia finita, oppure la storia finisce, il genitore chiude il libro, fa una carezza sulla fronte al figlio, e questo chiude gli occhi e si addormenta.Ora, non so se avete dei figli, ma anche se non ne avete, vi ricorderete come andavate a letto voi, quando eravate piccoli. I pigiamini dei miei figli sono deliziosi soltanto per il tempo che passano dal negozio alla porta di casa, dopodiché iniziano magicamente a mutare, a chiazzarsi, a puzzare, come se una sorta di batterio killer avesse aggredito i tessuti. I miei figli non vanno mai a letto spontaneamente, ma sempre dietro minacce di punizioni terribili. Soltanto alla visione della brochure del museo della tortura di San Gimignano, inizio a ottenere i primi risultati. Una volta a letto, posso anche provare ad aprire il libro delle favole, ma non va mai bene al primo colpo. I bambini fanno domande, interrompono, cantano, ridono, saltano, vanno a bere acqua, tornano, litigano...Dopo averli minacciati nuovamente dell'imminente arrivo della Santa Inquisizione, ottengo un po' di silenzio. Alla fine della storia, ovviamente, ne chiedono sempre un'altra, e alla fine della seconda, ne chiedono una terza. La smettono solo quando inizio a raccontare la trama del silenzio degli innocenti.
Ma l'altra sera, qualcosa mi ha turbata. Mi è capitato di leggere una versione dei Tre porcellini alquanto particolare. L'ha scritta tale Vivian French ed è assolutamente identica alla storia originale, se non per il piccolo particolare che l'ultimo porcellino, quello intelligente, per intenderci, in realtà è una porcellina. Cioè, è scritto proprio così: "il terzo porcellino, che in realtà è una porcellina..."
Quindi tutta la storia assume dei connotati abbastanza chiari: i due maschi deficienti si costruiscono case precarie con paglia e legnetti e se ne vanno a dormire, mentre la sorella intelligente si costruisce una casa di mattoni e mette pure sul fuoco il pentolone con l'acqua. Per quanto questa versione mi abbia fatto sorridere (ghignare), credo non vada proprio nella direzione dell'equità. Cioè, esisteranno pure porcelline deficienti. E anche porcellini intelligenti. Ma mentre mi interrogavo su come l'autrice avrebbe dovuto riequilibrare le doti dei protagonisti seguendo il principio delle pari opportunità, mi sono ritrovata nel mezzo di un delirio testosteronico: i miei figli imbizzarriti, fomentati dal padre, che deridevano la porcellina che secondo loro non era in grado di costruirsi una casa di mattoni da sola.
"Se non la finite subito, spengo la luce e vado a chiamare il lupo. Che è maschio."

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