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"La Pranoterapia: Curarsi con la Forza Vitale"

Da Risveglioedizioni
cura forza vitale La pranoterapia consiste in un trattamento a base di forza vitale (prana in sanscrito significa ‘respiro, forza vitale’) che mira a ristabilire l’equilibrio di un soggetto tramite un trasferimento energetico attuato dal terapista. Il fluido energetico viene trasmesso dalle mani del terapista, poste a leggera distanza dalla cute del paziente, al corpo di quest’ultimo. Il trasferimento di energia comporta nel soggetto la modifica dello stato di malattia, che può riguardare l’intero organismo o singole parti...
Manovre terapeutiche simili a quelle effettuate dal pranoterapista sono antiche, rintracciabili in molte civiltà del passato e ancora presenti in popolazioni primitive, tra le quali si ritiene che con le mani i ‘guaritori’ possano oltre che rimuovere il ‘male’, perfino provocarlo. Il primo centro di pranoterapia in Italia nasce nel 1970. Durante gli anni Novanta, il fenomeno della pranoterapia assume una certa rilevanza e si rende necessario definirne i limiti. Dalla metà degli anni Duemila, si sta cercando di regolamentare la professione. Con il termine 'pranoterapia' si suole intendere un trattamento imperniato sulla trasmissione di forza vitale. Il fine della pranoterapia è quello di ristabilire l’equilibrio di un soggetto tramite un trasferimento energetico attuato dal terapista, il pranoterapeuta o pranoterapista. Strumento di trasmissione dell'energia sono le mani del terapista, che vengono poste a leggera distanza dalla cute del paziente. Perché proprio lui? Perché lui dovrebbe essere una persona dotato di un'energia, un campo elettromagnetico vitale più forte della pluralità delle persone, quasi fosse un dono. Tutti gli esseri viventi, essendo parte integrante del cosmo hanno necessità di implementare la loro energia vitale, il loro 'prana' che per cause diverse risulti sceso di livello, generando così le varie patologie. La pranoterapia non è volta però alla cura nel senso medico del termine, sebbene possa provocare grande rilassamento e diminuzione del senso di dolore, bensì serve a ricreare o a rivitalizzare l'energia curativa propria di ogni essere vivente, dando al corpo umano la possibilità di reagire alla malattia, diminuendo infezioni, irritazioni, infiammazioni aiutando così il sistema immunitario a ristabilire l'omeostasi. Come funziona la Pranoterapia Con la pranoterapia si può intervenire laddove c'è uno squilibrio, un'alterazione: se pensiamo al corpo come a una centrale elettrica, possiamo immaginare che, seguendo i principi della fisica, il corpo stesso può trasmettere, per induzione, a un altro organismo basse frequenze elettromagnetiche sulle parti ammalate, normalizzandone le cariche elettriche positive o negative; l'energia bioplasmatica o bioradiante emessa, completa la normalizzazione della zona colpita da squilibrio energetico. Ecco cos'è la pranoterapia, se vogliamo darne una spiegazione 'scientifica'. Manovre terapeutiche simili a quelle effettuate dal pranoterapista sono antiche, rintracciabili in molte civiltà del passato e ancora presenti in popolazioni primitive, tra le quali si ritiene che con le mani i ‘guaritori’ possano oltre che rimuovere il ‘male’, perfino provocarlo. Qui in Italia dobbiamo aspettare gli anni Settanta prima di assistere all'apertura del primo centro di pranoterapia. Abbiamo imparata a capire cos'è la pranoterapia grazie al successo, o meglio alla visibilità, ottenuti da cartomanti e esoteristi che pullulavano le televisioni commerciali delle emittenti locali degli anni Ottanta. Durante gli anni Novanta, il fenomeno della pranoterapia assumerà una certa rilevanza e si renderà necessario definirne i limiti. Intorno alla metà del 2000 si è attivato un tentativo di regolamentazione della professione. Pranoterapia: benefici e controindicazioni  Il pranoterapeuta non cura e non può curare nel senso medico del termine, giacché come pratica terapeutica la pranoterapia non ha ancora avuto alcun riscontro scientifico sulla sua efficacia, ad eccezione dell'effetto placebo. Una seduta di pranoterapia induce un forte senso di rilassamento, che favorisce la qualità della vita e, spesso, il miglioramento della situazione di dolore. Non utilizzando farmaci e non prevedendo interventi cruenti, la pranoterapia non ha effetti collaterali. Come controindicazione, sarebbe bene affidarsi a un medico quando si ritarda l’approfondimento diagnostico o una cura specifica oggettivamente efficace.  Pranoterapia: per chi? La maggior parte dei pranoterapisti si limita a curare patologie senza un’evidente base organica, quali cefalee, ansia, nevralgie e dolori reumatici. Non mancano operatori che sostengono di aver trattato e addirittura guarito pazienti con danno cerebrale, neuropatie degenerative, artrite reumatoide, endocrinopatie e persino tumori maligni. Al momento, non vi sono riscontri scientifici che possono confermare tali risultati. La pranoterapia non offre certezze assolute, quindi l’operatore non dovrebbe millantare i suoi risultati in via preliminare, con il rischio di illudere il paziente. È necessario esporre sia successi che insuccessi, non nascondendo la possibilità di un risultato nullo, né trascurando di avvertire il soggetto dell’eventuale acutizzazione dei sintomi, all’inizio o nel corso della terapia, configurabile come normale reazione soggettiva alla terapia stessa. Un primo passo verso la pranoterapia lo può compiere chi è interessato al relax e al benessere del proprio stato psico-fisico, sebbene una folta schiera di pazienti è solitamente rappresentata da soggetti affetti da forme croniche che non possono conseguire una guarigione clinica, ma che comunque riescono a mantenere entro limiti tollerabili i propri disturbi.  Pranoterapia: la legge in Italia e all’estero È in cantiere una legge ‘mille proroghe’, grazie alla quale la pranoterapia dovrebbe avere un certo riconoscimento ufficiale, con la costituzione di uno specifico Albo professionale, nell’ambito delle discipline naturali, che dovrebbero comprendere, in Italia, anche naturopatia, Shiatsu, riflessologia, massaggio cinese Tui na, massaggio ayurvedico e Reiki. Diventare pranoterapeuta implica una certa predisposizione ‘energetica’ di base, nonché un codice deontologico preciso e dettagliato. In seguito, si può frequentare lo studio di uno psicoterapeuta o frequentare corsi di pranoterapia. Un buon punto di partenza è sperimentare qualche esercizio energetico, a mo di esperimento da effettuare a casa. Sicuramente aiuta anche leggere libri sulla pranoterapia e consultare il parere di pranoterapeuti di chiara fama. Pranoterapia: curiosità Il successo della pranoterapia è indissolubilmente legato a quello della televisione commerciale e delle emittenti locali degli anni Ottanta. La cartomanzia televisiva e l’esoterismo che spesso la accompagnava spostarono l’interesse del pubblico sui poteri taumaturgici del cartomante/astrologo, che a sua volta imbrogliava sistematicamente a distanza il credulone di turno.  Fonte: www.cure-naturali.it

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