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La prima cosa bella – la recensione di Sandro

Creato il 23 giugno 2010 da Soloparolesparse

Spazio del mercoledì dedicato alle vostre recensioni.
Oggi Sandro ci racconta La prima cosa bella, film di Paolo Virzì che ha fatto incetta di premi.

La prima cosa bella – la recensione di Sandro

Bruno (Valerio Mastandrea) è depresso e triste nonostante un lavoro e una fidanzata che lo ama. Viene chiamato a Livorno dalla sorella Valeria (Claudia Pandolfi) per assistere la madre Anna (Micaela Ramazzotti/Stefania Sandrelli) che nonostante sia nell’ultimo periodo della sua vita riesce a rimanere sorridente, in contrasto al figlio Bruno, invece perennemente depresso: questa lezione serve a quest’ultimo, il quale comprende anche gli errori materni e le si riavvicina dopo che negli anni del liceo le maldicenze dei compagni di classe sulla facilità della mamma l’avevano ingiustamente allontanato.

Nel mezzo una serie di flash back che ci riportano a partire dall’infanzia di Bruno e Valeria ed dalla giovinezza di Anna, sempre stata ottimista vanesia e forse un po’ ingenua, per le peripezie e le esperienze dei successivi trent’anni tra cui Anna alle prese con le lusinghe del mondo del cinema.

Nel finale commovente (e forse un po’ grottesco) del matrimonio-funerale vediamo anche il figlio segreto di Anna: un figlio nato trent’anni prima di cui i fratelli non hanno mai saputo nulla, ma sempre amato e seguito da Anna, ed immediatamente ricambiato, ancorché per poco tempo.

Il film tocca diverse corde: è triste nel vedere le violenze e gli strattonamenti che Anna subisce dal marito anche perché la moglie è desiderata e guardata da altri maschi; commovente nel vedere il matrimonio in vinculo mortis che Anna fa a tempo a compiere con il Nesi (Marco Messeri); commovente nell’ultimo saluto dei figli alla madre poco dopo lo stesso matrimonio; leggero nel ripercorrere diversi episodi della vita dei personaggi. Questo film è da vedere: la lezione di Anna dev’essere di insegnamento per tutti coloro i quali dinanzi a piccole difficoltà si deprimono.

Due piccole segnalazioni: la prima è per Dario Ballantini che anche lontano dalle sue imitazioni sa farsi valere anche se in un ruolo secondario. La seconda è una curiosità: Valerio Mastandrea e Claudia Pandolfi un po’ somigliano ai bambini che li hanno interpretati da piccoli, mentre Micaela Ramazzotti e Stefania Sandrelli sono completamente l’una diversa dall’altra. Ma se vi appassiona la storia darete secondaria importanza a questo dettaglio e rimarrà una curiosità.

Superfluo dire che motivo ricorrente del film sarà l’omonima canzone presentata a Sanremo nel 1970 da Nicola di Bari oltre ad altre canzoni a contorno. Il film è vincitore di 3 David di Donatello (su 18 nomination) e 4 Nastri d’Argento ed ha vinto il Premio IOMA 2010 come miglior film italiano.


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