La prostituzione dei popoli

I fondatori del fascismo primigenio riscontrarono come principale difetto della democrazia, forma di Stato invisa ai loro occhi, il fatto che essa fosse in ultima istanza un'utopia. Prospettavano a tal proposito come paradosso il fatto che la maggioranza delle persone avrebbe potuto desiderare di essere governata da un governo antidemocratico. Con il risultato che la Democrazia in tal caso cesserebbe di esistere democraticamente. Ed inoltre, se a tale annichilimento la democrazia stessa si opponesse, finirebbe diessere democrazia perchè andrebbe contro la volontà della maggioranza. Ora, è estremamente curioso notare che un ragionamento paradossale, a distanza di un centinaio d'anni, sia divenuto il paradigma essenziale attraverso il quale si rinnova e potenzia l'essenza stessa della democrazia quale è quella che ci appare oggi, spudorata maitresse al servizio del capitale. Nei paesi a rischio default dell'Europa fresca di premio Nobel per la pace si susseguono rovesciamenti di governi democraticamente eletti; rovesciamenti imposti da strutture egemoniche sovranazionali per loro natura non eleggibili dal Popolo, che al loro posto insinuano nelle strutture del potere statale obbedienti servitori del sistema finanziario-bancario globale. E la cosa più sorprendente è che, complice la nullità assoluta della politica di fronte allo strapotere dell'economia del libero mercato, questi governi imposti dall'alto godono anche del consenso dell'elettorato molto più che di un ipotetico governo "politico" frutto di libere elezioni. Il caso dell'Italia, che attraverso le sue consolidate compagini partitiche si prostituisce giornalmente all'attuale governo Monti, è l'esempio più calzante. 
By Jitsu Mu
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