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La pubblicità degli atenei può essere “ingannevole”

Da Simonetta Frongia

A denunciare il pericolo sono l’associazione ‘Ricomincio dagli studenti’ di Roma3 e l’‘Unione degli Universitari’, dopo che hanno accertato l’infondatezza degli sbocchi professionali in ambito sanitario di tutti gli studenti iscritti al corso di laurea in “Educatore professionale di comunità” facenti capo alle facoltà di Scienze della Formazione: non hanno alcun diritto di operare in strutture sanitarie, ma al momento dell’iscrizione verrebbe indicato loro il contrario.
D’ora in poi i giovani diplomati dovranno imparare a fare i conti non solo con le sempre maggiori difficoltà nel trovare un impiego da aver conseguito il diploma o la laurea, ma anche a non illudersi con le false speranze indotte da quelle Università che promettono un’alta spendibilità di un titolo di studio conseguito: in questi casi farebbero bene, anzi, a denunciare quello che può essere considerato un vero e proprio reato di “pubblicità ingannevole”.  A sostenerlo sono l’associazione di rappresentanza universitaria ‘Ricomincio dagli studenti’ di Roma3 ed il sindacato studentesco ‘Unione degli Universitari’, dopo che è hanno accertato l’infondatezza degli sbocchi professionali in ambito sanitario di tutti gli studenti iscritti al corso di laurea in “Educatore professionale di comunità” facenti capo alle facoltà di Scienze della Formazione.
I due organismi studenteschi stanno quindi valutando la possibilità di intraprendere un'azione legale che potrebbe portare l’Università davanti all’autority e la magistratura amministrativa: l’accusa che rivolgono ai responsabili di tali corsi è la disparità di trattamento tra i laureati in “Educatore professionale” presso le facoltà di Medicina (DM 520/98) ed i laureati come “Educatori professionali di comunità” in Scienze della formazione. Anche se si tratta di due corsi similare, quasi afferenti per genere di contenuti e numeri di crediti formativi, solo ai primi sarebbe infatti riconosciuto il diritto di operare in strutture sanitarie, sia nel settore pubblico sia in quello privato. Per i secondi tale possibilità “non è affatto presa in considerazione”.
Purtroppo questa disparità e quest'"inganno" è stato da tempo denunciato dalle associazioni di categoria, e posto all'attenzione dei ministri. Infatti, é vero solo gli studenti di medicina sono considerati a tutti gli effetti educatori professionali pur non avendo nel curriculum universutario nessun esame di pedagogia, ad esempio, ma il contrario non avviene per i laureati di Scienze della formazione che alla fine non sono equiparati ai primi e, restano spesso inoccupati con un titolo che ha perso il suo valore. A tal proposito inserisco il link all'Apei (associazione nazionale pedagogisti ed educatori italiani) che contro la disparità di trattamento e riconoscimento dei due titoli si batte da tempo, nel sito troverete molte informazioni:  http://nuke.apei.it/

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