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La “puttana russa” e la commedia italiana

Creato il 16 luglio 2013 da Pietro Acquistapace

Non siete stato voi (Caparezza)

E chi è stato allora? Probabilmente cosa è successo nella notte tra il 28 ed il 29 maggio non lo sapremo mai davvero, come non sapremo l’identità, ed il ruolo, della persona che nell’occasione del “prelievo” ha gentilmente apostrafato Alma Shalabayeva con le parole riportate nel titolo. Quella che in realtà sembra una vicenda da poliziesco italiano, dove non ci si stupirebbe di veder spuntare dalle indagini la figura di Maurizio Merli e della sua Alfa Giulia, assume sempre più i tratti di un intrigo internazionale dove in sostanza di Alma Shalabayeva e di sua figlia non interessa a nessuno.

Che la moglie e la figlia di Mukhtar Ablyazov, affarista kazako arrichitosi, come molti altri, in seguito al crollo dell’Unione Sovietica, siano state impacchettate in “confezione regalo” e spedite in Kazakistan come gentile omaggio al presidente Nazarbayev sembra essere fuori discussione. Il dramma è che questo avviene in Italia dove, quasi come per sortilegio, tutto viene ridicolizzato. Come la questura di Roma che dichiara il passaporto della Shalabayeva prima vero e poi falso negando quindi di averlo; al che i legali della donna kazaka dicono qualcosa del tipo “dai, su” e il passaporto riappare. La stessa cosa avvenuta con il tentativo di sottrazione della figlia; ridicolo, se non fosse tragico. Ah, i legali sono dello studio che ha difeso Geronzi (Unicredit, caso Parmalat, autoproclamatosi uomo di D’Alema).

In Italia anche un episodio di questa portata si sta riducendo al verificare la stabilità di un governo inesistente, ma che punta a diventare eterno, quasi con un nietszchiano senso del tragico. Mentre dietro agli intrighi kazaki ci sono interessi strategici mondiali (il giacimento di Kashagan) per i quali si stanno muovendo potenze come Russia ed Iran, in Italia si attendono le parole di Letta; lasciamo stare Emma Bonino o dovremmo parlare del filoamericanismo del fu Partito Radicale. Si arriva al punto che c’è anche qualcuno che si sacrifica per salvare Alfano, impressionante. Se dietro alla vicenda ci fossero servizi segreti esteri non stupisce che abbiano scelto l’Italia per ambientare questa commedia degli equivoci, e magari usando pure il Silvio nazionale come capro espiatorio; tanto ormai… Ma capire chi c’è dietro presumo sarà alquanto difficile.

E se invece ci fosse proprio lo zampino di Arcore, che tra l’altro con Nazarbayev ha firmato una sfilza di accordi commerciali? Usare il Kazakistan per premere sul governo sembra un pochino eccessivo anche per un posto “salvatutto” da senatore a vita. Allora ENI? Magari per vendicarsi di una magistratura che la torchia ed una classe politica che la ostacola (no, niente classe politica, altrimenti il M5S se la prende); forse no dato che Grillo non è al governo ed il PD non ostacola nessuno se non se stesso. Di questo passo si rivalutano le teorie complottiste che vedono nella magistratura la longa manus degli Stati Uniti. Si ma gli Stati Uniti in Italia dovrebbero da tempo essere il PD, o l’uomo del colle? Vuoi vedere che qualcuno voleva avvertire qualcun’altro? Qui è finita come il siluramento di Prodi alle presidenziali: una somma di miccette che finisce per essere una bomba atomica…

E intanto la Shalabayeva, con passaporto diplomatico ancora da verificare, si prende della puttana. Questo aspetto della vicenda è davvero inquietante, forse quanto gli israeliani (o chi per loro) che controllavano la villa di Casal Palocco. Se qualcuno controllava significa o che l’irruzione è avvenuta durante la pausa 626 oppure che qualcuno non controllava. Oppure… ma no, se controllavano erano i buoni. Gira e rigira tutti avevano interesse a levarsi di torno la famiglia Ablyazov, e qualcuno è arrivato prima di altri. Colpa di Berlusconi! Si, e ad accusarlo c’è un editore che gli deve la carriera, ma allora c’e’ di mezzo RCS visto che quell’editore ha l’appalto per stampare alcuni quotidiani del gruppo in Sardegna? troppi complotti. E la guerra sindacale in corso contro quell’editore? Lasciamo stare…

Siamo in Italia, mica negli Stati Uniti. Do you remember Abu Omar? Quello si che fu un lavoro ben fatto, mical’irruzione notturna di un’orda urlante che mena pure. Siamo in Italia, perché complicarsi la vita? Il cibo è buono, il clima mite (una volta) e presto produrremo per esportare conto terzi. Ah, dopo la vittoria del gasdotto TAP saremmo una potenza energetica. Naaaaaaa… vuoi che ci credano davvero e inizino a governare in maniera seria?

Dannati oranghi…


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