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La recensione di ART LITTERAM: L’Arca dell’Alleanza

Creato il 03 novembre 2014 da Cataruz

A cura di Davide Dotto

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Fonte: Blog ART LITTERAM

L’arca dell’Alleanza è il terzo romanzo, in ordine di tempo, che ha per protagonista Tommaso Santini. I precedenti sono Il quinto Vangelo e La Bibbia Oscura.

Tommaso Santini è un frate benedettino a capo del Sanctum Consilium Solutionum, una sorta di Servizi segreti vaticani. Non per questo dobbiamo immaginarci un emulo di James Bond. Per eseguire il suo compito va spesso sopra le righe. Non in forza di una licenza o di una dispensa arbitraria, quanto per una imperante necessità che diviene legge essa stessa (necessitas non habet legem). È un depositario, un custode cui non devono essere legate le mani per non vanificare la sua delicata missione.

Per chi ancora non lo conoscesse, è una figura determinata, irruente. Non è un integralista, ha piuttosto punti fermi dai quali non transige. È munito di autorità, ma di essa deve rispondere a qualcuno. E quel qualcuno è, in ultima istanza, il Papa cui deve obbedienza, con le responsabilità che ne derivano.

Garante di se stesso, non ha bisogno di sciorinare credenziali accademiche, a chi gliele chiede, risponde così: «Ho conseguito la terza elementare dopo aver superato brillantemente l’asilo […]però mi sono iscritto ai corsi serali per ottenere il diploma…»

In apparenza contraddittorio, in realtà è un personaggio complesso e, di fatto, imprevedibile. Contraddittorio non lo è perché una – e una sola – è la direzione che è chiamato a percorrere. Se incontra ostacoli, di qualsiasi genere si tratti, li affronta finché la via non sia di nuovo sgombra. Se non fosse così, dovrebbe lasciare il posto a qualcun altro.

A lettura ultimata potremmo sentirci autorizzati a parlare di una vera e propria trilogia composita e unitaria. Composita per i temi trattati e per le riflessioni che scaturiscono. Unitaria per il tracciato e lo sviluppo del narrato. Basta considerare gli antagonisti che via via si mettono di traverso dando impulso alle avventure del Risolutore. Partendo dal basso, nel Quinto Vangelo Santini affronta una congrega criminale denominata Il Crepuscolo, fatta di uomini e donne in carne e ossa. Nella Bibbia Oscura invece se la vede contro Belial, il malvagio d’eccezione, incarnazione del demonio.

E nell’arca dell’Alleanza? Verrebbe da dire Dio stesso, il creatore delle sue creature.

Protagonista di spicco è piuttosto il genere umano, e con esso ciò che ha creato, costruito e dissipato nel suo andare alla deriva nei secoli dei secoli, accumulando conoscenza ma non la sapienza necessaria a conservarla.

Cos’è esattamente l’Arca? Prima di tutto un simbolo che rappresenta la divinità e la sua alleanza con l’umanità, o una parte di essa. Alleanza rotta nottetempo, eppure dimostrata, certificata da quel manufatto reale, perduto, che ha lasciato tracce tangibili attraverso i secoli. Essa contiene una testimonianza, ma anche il retaggio di una conoscenza ormai preclusa. E se è preclusa, la potenza che può ingenerare un simile manufatto non può andare nelle mani di chiunque. L’arca dell’Alleanza è vista come un oggetto da possedere, è un bottino conteso. Un’arma.

«Non capisce? L’Arca è il sapere universale. È stata creata apposta per modificare gli eventi, i metalli, la materia, la natura, la terra e il cielo, donando a chi la custodisce il potere del sapere immenso e non solo della distruzione.»

Vano è domandarsi chi possa vantare un diritto di qualsiasi genere. Non hanno pregio i sogni di conquista millenari di chi voglia impadronirsene. Tommaso Santini è rigoroso sul punto. L’Arca non appartiene agli Israeliani, ma nemmeno agli etiopi, nemmeno agli europei, né ai russi, né agli americani. Appartiene a chi ha la vocazione di custodirla.

Snodo principe della storia sono degli eventi incomprensibili e devastanti, tra i quali un potente sisma con epicentro Axum, in Etiopia. A essi seguono altri terremoti, fulmini anomali, epidemie di cancro fulminanti, sintomi che molto hanno a che fare con esposizione a radiazioni. Eppure non c’è traccia di armamenti di un certo tipo, né della deflagrazione di un ordigno atomico.

Procedendo per esclusione si giunge a una tesi sorprendente: che sia l’Arca dell’Alleanza causa di questi sorprendenti fenomeni?

Ciò che accomuna questa trilogia, ormai possiamo chiamarla così, è il corredo di riflessioni che nascono a fine lettura, per esempio il dramma che coglie il cuore di un uomo di Chiesa che decida di affrontare la realtà e la storia con tutte le sue sfaccettature.

Anche in questo romanzo il lettore non è lasciato solo. Gli viene spiegato quanto serve sapere per entrare nei dettagli nel migliore dei modi. Anzi, in questa storia i temi e le implicazioni in campo sono tali che la narrazione segue la struttura del romanzo- saggio, nel quale l’invenzione si coniuga con una vera e propria inchiesta. E non può essere altrimenti. Anche perché molti sono gli scritti e i film che parlano dell’Arca (C’è persino chi l’ha immaginata nascosta negli scantinati di un condominio (mi riferisco a Tullio Avoledo – L’elenco telefonico di Atlantide), non si può non pensare al “danno” provocato dalla saga di Indiana Jones et similia.

Non deve essere stata semplice la ricerca e la documentazione che ha consentito di mettere ordine alla pletora di luoghi comuni e correggere l’immaginario collettivo. Leggere L’arca dell’alleanza di Carlo Santi significa anche mettersi al corrente di certi antefatti e questioni più che millenarie, i quali continuano ad avere il loro peso (non solo simbolico o erudito).

L’intento del romanzo è quello di chiarire, spiegare, definire a livello storico e scientifico le origini di quella che non può dirsi una semplice reliquia. Una reliquia è ciò che resta di un lontano passato in cui si è giocato tutto, è testimonianza di qualcosa che è stato e non è più. L’arca dell’alleanza è qualcosa di diverso, se vogliamo di scomodo e di inammissibile. È un punto al di fuori del tempo e dello spazio nel quale converge la creazione insieme ai suoi segreti.

Davide Dotto


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