Questa volta gioco in casa. Non perché colpita da un improvviso attacco di campanilismo, ma perché ritengo giusto e doveroso far conoscere un monumento della mia città - Monza - che per molto, troppo tempo, è rimasto nell'ombra, vittima del decadimento e del degrado.
Mi riferisco alla Villa Reale, ora ribattezzata Reggia di Monza, voluta dall'imperatrice Maria Teresa d'Austria tra il 1777 e il 1780 come residenza estiva per il figlio Ferdinando d'Asburgo, governatore generale della Lombardia austriaca, poi divenuta dimora dei francesi napoleonici e dei Savoia. A pochi passi da qui fu assassinato il 29 luglio del 1900 il re Umberto I e da allora la villa, opera dell'architetto Giuseppe Piermarini, lo stesso progettista della Scala di Milano, iniziò il suo declino.
Abbandonato dalla famiglia reale per cancellare un doloroso ricordo, utilizzato impropriamente durante le due guerre mondiali, deturpato negli anni successivi fino a un passato recente con l'allestimento di mostre che hanno danneggiato molti ambienti, il monumento è ritornato da un anno agli antichi splendori grazie ad un accurato intervento di restauro e di valorizzazione frutto di una virtuosa intesa tra pubblico e privato.
La visita inizia al primo piano nobile dove si trovano le sale di rappresentanza dei Savoia e la sala da ballo, con specchi in finto marmo e vistosi lampadari. Al secondo piano si entra nel privato dei sovrani con gli appartamenti di re Umberto I e della regina Margherita, realizzati alla fine dell'Ottocento dall'architetto di corte Achille Majnoni d'Intignano, le stanze del principe di Napoli - il futuro Vittorio Emanuele III - e della Duchessa di Genova - mamma di Margherita - caratterizzate dall'ingresso della luce proveniente dall'ultimo piano, e gli appartamenti ricchissimi di oro e stucchi realizzati per ordine di Umberto I per la breve visita degli imperatori di Germania. Di seguito si sale al Belvedere dalle cui finestre si gode di una vista straordinaria sul parco, un grande polmone verde di 800 ettari voluto nientemeno che da Napoleone Bonaparte. Su questo piano ha sede il Museo del Design della Triennale che organizza sia laboratori che attività espositive temporanee e permanenti.
Anche altre zone della reggia sono adibite a mostre temporanee. Fino all' 8 novembre resterà aperta negli spazi del Serrone la mostra di immagini - circa duecento scatti - del fotografo giapponese Kazuyoshi Nomachi intitolata " Le vie dell'anima". Fino al 10 gennaio sarà allestita l'esposizione " Bellissima - L'Italia dell'alta moda 1945-1968 ".
E prima di abbandonare la reggia consiglio la visita al roseto che si trova accanto, un delizioso giardino di colori e di profumi voluto nel 1964 da Niso Fumagalli, imprenditore brianzolo noto in tutto il mondo per essere stato presidente della Candy Elettrodomestici. Qui sono a dimora centinaia di varietà di rose e ogni anno a fine maggio si tengono i Concorsi internazionali per rose nuove ai quali hanno fatto da madrine prestigiose figure femminili. Tra queste la principessa Grace di Monaco, Carla Fracci, Rita Levi Montalcini e tanti volti noti dello sport e dello spettacolo.
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