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La regina dei draghi di George R.R. Martin. Capitolo 29: Sansa

Creato il 05 dicembre 2015 da Martinaframmartino

La regina dei draghi di George R.R. Martin. Capitolo 29: SansaLa Battaglia delle Acque Nere procede a rilento. Non per colpa di George R.R. Martin, che ha scritto alcuni capitoli ricchi di azione, o di HBO, che ha concentrato il tutto nel nono episodio della seconda stagione di Game of Thrones, ma per colpa mia che sto divagando troppo e diluendo i commenti in un arco di tempo davvero lungo. Quando faccio così io stessa mi trovo a chiedermi dov'ero arrivata.

Sansa, ok. Perché mentre Davos e Tyrion lottano per le loro vite Sansa, dentro le mura, non è più al sicuro di loro. Se vincesse Stannis Baratheon cosa ne sarebbe di lei? Stannis non le farebbe male, in fondo è ovvio a tutti che lei non si trova lì di propria volontà, ma siamo sicuri che prima della fine Cersei non proverebbe a rovinare più vite possibile?

Cersei è cinica, e già lo sapevamo, ma sul fatto che in caso di sconfitta dei Lannister le donne possono solo aspettarsi il peggio ha ragione lei. Certo il modo in cui tratta Sansa non è bello. Nota che la nuova cameriera di lady Tanda è molto graziosa, e noi sappiamo bene che quella cameriera è Shae. Cersei si è accorta della sua presenza, ma per fortuna di Shae non conosce la sua vera identità. Sansa si interroga, il fatto che non sia affascinata da ser Osmund Kettleblack, fresco membro della Guardia reale, come capita invece a un bel po' di donne, dimostra che inizia davvero a non fidarsi di apparenze e chiacchiere e a distringuere fra favole e vita reale. E se a noi certi suoi comportamenti possono apparire stupidi, non dobbiamo dimenticare che lei è cresciuta credendo alle belle storie di cavalieri eroici e gesti cortesi, e che è difficile accettare che la realtà possa essere completamente diversa da quel che si è sempre pensato. Anche quando le viene mostrato, come le sta ripetutamente capitando. A volte si fa trascinare dai suoi sogni o dai suoi desideri, ma sta davvero imparando.

Cersei si dimostra spietata con la gente comune e intanto rievoca episodi della sua infanzia. Il suo desiderio di rivalsa, il suo odio nei confronti del mondo, risale a questo, al fatto che al giovane Jaime è stata data una spada e a lei, indentica a lui in tutto tranne che nel sesso, no. Se da un lato posso capire la sua rabbia dall'altro non giustifico quel che è diventata crescendo. Io non sono nei suoi panni, e sappiamo bene quanto sia difficile giudicare gli altri, ma secondo me c'è un limite a quanto si possa riversare sugli altri la rabbia per le ingiustizie subite. Ingiustizie, fra l'altro, non dirette a lei nello specifico ma legate alle credenze comuni della società in cui vive, credenze che purtroppo si sono attenuate ma sono ben lontane dall'essere scomparse.

Cersei ordina di far riportare Joffrey al castello, anche se Tyrion lo aveva posto in un luogo ben sicuro ma visibile, in cui tutti potevano vedere che il re prendeva parte alla battaglia. E, subito prima che il capitolo si chiuda, spiega a Sansa il vero motivo della presenza di ser Ilyn Payne.

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