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La Regione fa a pezzi la variante al Pgt della giunta Perri: storica umiliazione per Cremona. Il testo integrale della delibera

Da Cremonademocratica @paolozignani

No, non sarà stato quel sardonico verso del poeta ebreo tedesco e anche marxista Heinrich Heine (Che m’importa degli alberi verdi?) a ispirare l’ex vicesindaco Carlo Malvezzi. Ad Heine, approdato al socialismo rivoluzionario, non interessava più comporre romantiche poesie naturalistiche o d’amore bensì darsi alla critica sociale. Così una sua poesia attacca con una citazione del Fedro di Platone, dove Socrate, portato per una volta fuori dalla città, suo habitat, dichiara di non interessarsi agli alberi verdi e alla natura: lo appassionavano tutt’altri temi, la psiche, l’essenza dell’uomo, la virtù.
Non credo che Malvezzi, Perri, la giunta comunale, i dirigenti, abbiano male interpretato queste o altre letture.
Leggendo la lunga delibera della giunta Maroni del 31 maggio, colma di critiche alla variante del Pgt per quasi 50 pagine, pare che Malvezzi e Perri & C. abbiano creduto di non doversi confrontare con l’amministrazione provinciale e i suoi documenti e con la Regione, non però con i politici, bensì con i dirigenti. I quali, bene o male che li si giudichi, si trovano al vertice amministrativo di una Regione di nove milioni di abitanti, fra le più evolute d’Europa chiunque la governi.
Come hanno potuto i Malvezzi e i Perri, i dirigenti, non rendersi conto delle scelte strategiche che precedono una variante del Pgt di una città? Un Pgt non è un’ispirazione che arriva in una notte di luna piena: deve inserirsi in un sistema di documenti, norme, leggi, piani provinciali e regionali. Non si tratta così male nemmeno un piccolo Comune.
Cremona è stata usata da Malvezzi, Perri eccetera come una landa desolata, che nessuno controlla, e hanno pensato di cementificare e asfaltare, distruggere un milione di mq di terreno agricolo in un colpo solo passando inosservati. Hanno fatto finta che il Po non esistesse e nemmeno le cascine storiche, che di boschi non si dovesse parlare, che non ci fosse bisogno di molta attenzione per l’edilizia residenziale pubblica, per l’agricoltura legata al commercio e al turismo, che i negozi di vicinato non avessero un pregio; hanno voluto farci credere che tutto si poteva fare, soprattutto violentare il territorio costruendo le solite palazzine, quando l’invenduto immobiliare in Lombardia preoccupa già. Hanno giochicchiato con le norme e la Regione ha facilmente scoperto i trucchetti con una facilità disarmante. Ma si può? Ora il consiglio comunale di Cremona dovrà sistemare la variante. Non poche associazioni meritevoli di considerazione si sono pronunciate negativamente sul testamento urbanistico di Malvezzi.
Pubblico tutta la delibera regionale, di cui consiglio agli appassionati la lettura, e mi riservo di far notare in seguito alcuni pregevoli dettagli. Chiunque, con la dovuta pazienza, può capire che cosa sono riusciti a combinare in Comune.
Ora il ciellino Malvezzi è in consiglio regionale e chissà che cosa penserà. La figuraccia è umiliante. Nessun politico, da destra a sinistra, dovrebbe squalificarsi inviando in Regione un documento così irritante. Ecco la delibera della giunta Maroni con i pareri dei dirigenti.20130617-024554.jpg20130617-024612.jpg20130617-024638.jpg20130617-024652.jpg20130617-024732.jpg20130617-024755.jpg20130617-024825.jpg20130617-024903.jpg20130617-024955.jpg

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