LA RENTREE (2000) di Franco Angeli

Esordio – e per ora unico lungometraggio – del romano Franco Angeli, assistente alla regia di autori del calibro di Zeffirelli, Bertolucci, Scola e Ferrara. Un lavoro camaleontico e singolare, ben distinto dal contemporaneo piattume produttivo del cinema italiano e fortemente voluto dal protagonista Francesco Salvi, che oltre ad interpretare il protagonista firma l’interessante sceneggiatura.
“In dodici capitoli, come dodici riprese, è raccontata la storia del pugile Mario Ghibellini, detto il danseur. Dopo un periodo di detenzione Mario Ghibellini torna alla vita di sempre; in carcere ha ripreso gli allenamenti e ora ha un unico sogno: ricominciare a combattere”
Spiazza, alla maniera del più agile e scafato dei boxeur, un titolo come La rentrèe: visivamente ricco, sfaccettato, magico ed anacronistico come il più tradizionale dei noir. Un film schivo, fieramente defilato dalle furbate di tanto cinema popolare nostrano, dominato dalla figura malinconica e poetica di Francesco Salvi, con molta probabilità l’attore-cabarettista più sottovalutato che questo paese abbia conosciuto.
Angeli definisce un approccio ed una mesa in scena fondamentalmente romantica, imperniata sul riscatto di un uomo solo, debole ma passionale. Una storia d’amore imperfetta, cui fanno da cornice una serie di personaggi decadenti, sempre ben caratterizzati e contestualizzati nella vicenda. Grande difetto imputabile al regista, una direzione poco incisiva degli attori (con l’eccezione di Salvi), che allontana lo spettatore dal necessario coinvolgimento emotivo di molte scene chiave.
Con profonda ingiustizia, il film non ha ricevuto in Italia la dovuta attenzione da parte della critica e del pubblico, tuttavia l’ottima edizione della Terminal Video riporta alla giusta visibilità questo anomalo gioiello che caduto al tappeto conoscerà un nuovo, vittorioso round.

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