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La rete come la politica? Quando non ci piace quello che dicono di noi

Creato il 11 aprile 2011 da Mariacristinapizzato @cristinapizzato

La rete come la politica? Quando non ci piace quello che dicono di noi

Oggi ho avuto la conferma di quanto già sospettavo da tempo ma che non avevo modo di poter affermare. (Per fortuna, pensavo…)

Invece, ecco che accade il fattaccio.

Anche la democratica rete, il mondo dei social, la grande piazza digitale , non è poi così innovativo come dichiara di essere. E nemmeno così democratico.

Mi riferisco alle reazioni che sto leggendo (in rete ovviamene) a seguito della trasmissione Report ‘Il prodotto sei tu’, andata in onda ieri sera su Raitre.

Sembra quasi che la Gabanelli abbia scoperto il vaso di pandora, non occupandosi per una volta di denunciare il politico che più ci sta sulle palle o le palesi ingiustizie cui assistiamo più o meno tutti i giorni, ma andando a rompere le uova nel favoloso mondo dei social media.

Personalmente non seguo Report, semplicemente perchè la domenica sera non ho proprio le palle di guardare trasmissioni di denuncia. Devo affrontare la settimana che si presenta e necessito di ‘leggerezza’. Mancanza mia, direte voi. Però, spesso sono collegata su internet e leggo commenti e twit sulla trasmissione, oltre ad informarmi il giorno dopo, se ritengo interessanti i contenuti trattati. Ed è proprio sull’onda delle polemiche nate a seguito della puntata di ieri sera, che ho cercato di capire cosa ha scatenato l’indignazione di tanti amici su internet, arrivando addirittura a scrivere lettere aperte, nella migliore tradizione del  ‘Lei non sa chi sono io!’

Mi sembra che Report non abbia fatto altro che raccontare le logiche che possono rivelare le zone d’ombra del mondo dei social network, probabilmente  le reazioni del web sono state esageratamente negative proprio perchè è diffusa una reale disinformazione. Possibile che nessuno si chieda che fine fanno i nostri dati e le nostre foto una volta caricati sul web? possibile che si possa essere così ingenui da pensare che no, tanto una volta che si vuole ‘uscire’ ti viene tutto reso, cancellato, che non passeranno in mano a società terze che possono rivenderli per scopi pubblicitari?

Partecipiamo pure, scarichiamo app e giochini, ma cerchiamo di essere consapevoli che, questo porterà inevitabilmente ad essere mappati, controllati, registrati…e soprattutto che quanto condividiamo non verrà mai più restituito nè cancellato.
Signori, Facebook è stimato 50 miliardi di dollari, si parla di un giro d’affari che noi umani nemmeno riusciamo a registrare, veramente ci illudiamo che tutto sia un mondo ideale e trasparente?

Report, che è una trasmissione di denuncia, si occupa di svelare gli altarini delle tematiche che trova interessanti da svelare, volevate una trasmissione che presentasse solo le potenzialità della rete? solo l’idilliaco mondo virtuale? Questo ce lo diciamo già tra di noi tutti i giorni. Se non riusciamo a reggere alle perplessità che ci vengono poste di fronte significa che parliamo bene e razzoliamo male.
Troppo facile uscircene adesso con i dubbi del giorno dopo, e pensare che, visto che non ci è andato bene quello che è stato detto per trattare la ‘puntata social’, tutte le altre puntate sono da rivedere, da ridiscutere, quasi da condannare, tanto da chiedere addirittura conto dei soldi pubblici spesi per la trasmissione.

Fino alla scorsa settimana la stessa trasmissione era un cult anche per i frequentatori della rete. Tutti ad elogiare la Gabanelli quando denunciava gli sprechi pubblici, le mancanze della politica, gli scandali degli appalti a L’Aquila…adesso che vogliamo fare, aumentiamo la lista delle sue diffide?

Proprio noi che inneggiavamo su Twitter a Report e Vieni via con me come la ‘nuova era’ della televisione?!

Permettetemi di dirlo, queste polemiche ci stanno rendendo ridicoli.


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