Magazine Psicologia

La rete infinita del ricordo

Da Annalisabarbier
...LA RETE INFINITA DEL RICORDO
l'odore di terra bagnata del giardino mi ha riportato all'improvviso ad un episodio di tanti anni fa: avrò avuto otto-dieci anni, ero nel nostro casale in campagna ed aveva appena smesso di piovere... io raccoglievo felice le rose selvatiche che crescevano lungo il viale per farne un mazzetto da regalare a mia mamma.
Ho sentito un nodo alla gola: mi è sembrato di essere bambina, di essere ancora lì a raccogliere roselline selvatiche, con gli stivaletti di gomma che sguazzavano nelle pozzanghere e il cuore in tumulto per la gioia della ritrovata libertà dopo la clausura del temporale.
Lentamente, lacrime inattese sono venute a galla e sono stata sopraffatta da una malinconia tardiva, dolce come una carezza e dolorosa come solo certi ricordi felici riescono ad essere, a modo loro.
Che bella la capacità di commuoversi...emozionarsi...vivere la nostalgia. Viviamo in un mondo che esorta alla velocità, alla dimenticanza, al disinteresse e alla superficialità.
L'apologia dell' "usa e getta" sentimental-commerciale.
Benvenuta nostalgia.
Evviva questa emozione lenta, viscosa e dolce, che origina dallo scendere dentro se stessi, nel tempo del cuore, un tempo che non ha inizio e non ha fine ed è fatto di luci, odori, attimi...immagini... saper scendere dentro di se e vivere questa lentezza, vivere l'eterno di ogni addio è una ricchezza da conservare con amore e tenerezza.
Questo tempo silenzioso ed intimo è un luogo in cui non esiste passato e non esiste futuro, ed ogni cosa sembra esistere contemporaneamente.
E'una terra di nessuno dove tutto è attuale, tutto ugualmente presente e vivo, tutto sta ancora avvenendo.
...Gli scherzi dell'anima.
Un bagliore di eternità che ci rende così vivi. Ci dona il senso della coerenza e della vita che scorre non più lungo una linea, ma in una moltitudine di spirali parallele e sovrapposte.
Una rete di momenti tutti contemporaneamente presenti, che si riflettono l'uno nell'altro in un gioco infinito di specchi che ci rimanda l'immagine, splendidamente unica e coerente, di ciò che siamo.
Pascal scriveva che "L'ultimo passo della ragione, è il riconoscere che ci sono un'infinità di cose che la sorpassano": una di queste è la forza della nostalgia. Che non ha tempo, non ha luogo, non ha ragione ma solo sentire.
Namastè

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