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La Rete si mobilita: Contrastare la Sopa

Creato il 17 novembre 2011 da Aspex

La Rete si mobilita: Contrastare la SopaLa Rete si è mobilitata attraverso American Censorship Day, il sito nato ad hoc per contrastare la Sopa , acronimo di Stop Online Piracy Act. Si tratta di un testo bipartisan messo a punto lo scorso 26 ottobre alla Camera per “tutelare il diritto d’autore” anche se, come notano molti attivisti per la libertà di espressione, vuole accontentare gli interessi delle grandi corporation di Hollywood e del mondo dello spettacolo. E rappresenta un rischio reale per gli utenti e il business su Internet.La Rete si mobilita: Contrastare la SopaLa Sopa è anche nota come E-Parasites Act (acronimo di “Enforcing and Protecting American Rights Against Sites Intent on Theft and Exploitation”) ed è una riscrittura del Protect IP Act introdotto lo scorso maggio per introdurre ulteriori restrizioni contro la violazione del copyright. Tuttavia la nuova versione prevede sanzioni ancor più pesanti per gli utenti che rischiano fino a 5 anni di carcere per avere postato online link anche ad uso non commerciale. Ad esempio, una canzone caricata su YouTube e segnalata sul profilo Facebook. In aggiunta il governo può richiedere agli IP di bloccare l’accesso ai siti che riportano link “non autorizzati” obbligando i motori di ricerca, i blog e i forum online alla rimozione coatta.La Rete si mobilita: Contrastare la SopaLa nuova legge, se approvata, metterà in pericolo il libero uso di Internet in molti altri paesi oltre a creare un precedente per l’elaborazione di regolamenti restrittivi per il web. Infatti la Sopa si applicherebbe a chi viola la legge americana, ma visto che la maggior parte degli internet host sono negli Stati Uniti, la censura dei siti nella ‘blacklist’ avrebbe un effetto domino su chi all’estero ne linka i contenuti.Secondo Gigi B. Sohn, presidente di Public Knowledge , la nuova legge ribalta i principi e le consuetudini accettate sulla tutela del diritto d’autore “senza tentare di proteggere chi è accusato di violazione del copyright” e James Allworth della Harvard Business School spiega che la normacongela l’innovazione” e conferisce alle industrie dell’entertainment “il potere di censura” peraltro “bypassando l’iter legale per farlo”. Per informazioni ed altro:http://americancensorship.org/http://www.avaaz.org/en/save_the_internet/?cl=1391691724&v=11161

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