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La rivoluzione creatrice

Creato il 24 agosto 2010 da Direnzoeditore
La rivoluzione creatriceLa maggior debolezza dei nostri tempi risiede nell’incapacità dell’uomo a opporre alla macchina, alla routine culturale e al robot qualcosa di diverso dalla sottomissione, dal sabotaggio distruttivo o dalla rivolta sociale. Il problema più grave che si possa porre in un’epoca dominata dalle forze tecnologiche è rappresentato dal problema della trasformazione dell’uomo medesimo e non solo del suo ambiente. Quantunque questa minacciosa prospettiva sia ancora lungi dall’aver raggiunto il suo completo sviluppo, si può già, per lo meno in teoria, avere una chiara anticipazione del destino finale dell’uomo e anche chiederci se questi sopravviverà.
Come è possibile che invenzioni meccaniche possano divenire pericolose per le attitudini creatrici dell’uomo? Se seguiamo il cammino dell’uomo attraverso le diverse tappe della nostra civiltà, lo vediamo usare nell’elaborazione dei prodotti culturali gli stessi metodi che, più tardi e con maggior facilità, saranno usati dai prodotti della sua mente: le sue invenzioni tecniche.
Questi metodi hanno sempre portato a trascurare e ad abbandonare i processi creativi dell’uomo che costituiscono l’essenza della sua originalità e della sua superiorità, a estinguere questa vivente spontaneità e a puntare verso uno stesso immutabile risultato: l’illusione del prodotto finito, perfetto, la cui pretesa perfezione costituisce una scusa per rinunciare al proprio passato creatore e preferire un fenomeno parziale alla realtà totale. C’è un motivo scaltro in questo modo di procedere dell’uomo perché, se una sola tappa del processo creativo risulta realmente valida per escludere le altre, è facile sostituire al processo totale la tappa scelta, registrarla nella memoria, conservarla, conferirle un aspetto eterno; in tal modo essa riconforta chi l’ha creata e conferisce un aspetto ordinato alla civiltà di cui egli fa parte. Tratto da Who shall survive? - Jacob Levi Moreno - Di Renzo Editore Per Moreno la sociometria, insieme allo psicodramma e alla psicoterapia di gruppo, rappresenta uno dei tre vertici di un lavoro triadico di trasformazione nei gruppi. Sconosciuta alla maggior parte degli psicoterapeuti, la sociometria proposta da Moreno in questo testo diventa uno studio matematico delle caratteristiche psicologiche delle genti, una tecnica sperimentale basata su metodi quantitativi, una scienza delle relazioni interpersonali dove le idee di Moreno precorrono gli studi psicoanalitici sull’intersoggettività.
Il ruolo nello psicodramma avrà per lui la funzione di penetrare nell'inconscio sociale e di dare ad esso forma e ordine; ma è anche quella di strutturare l'evolversi della personalità individuale in sistemi di ruoli che trovano i loro riferimenti evolutivi in varie matrici di ruolo che i controruoli e le relazioni hanno concorso a consolidare.  Di Renzo Editore

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