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La satira può diventare propaganda politica? Il caso di Dieudonné

Creato il 08 gennaio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Benny, vignettista di “Libero”, su Dieudonné M’bala M’bala: ”Mi sembra più propaganda che satira. Se fosse satira colpirebbe un po’ tutti indifferentemente e non avrebbe un unico soggetto fisso da prendere di mira”.

(aljazeera.com)

(aljazeera.com)

Il vignettista di ‘Libero’, Benedetto Nicolini, in arte Benny, la pensa così sul comico francese al centro delle polemiche in questi giorni dopo il divieto imposto al suo spettacolo da alcune prefetture d’Oltralpe, in ragione delle sue bordate antisemite. ”E’ vero – dice il vignettista – che la satira deve avere le mani libere e che la censura, a qualsiasi livello, crea problemi di libertà di espressione e anche che la satira deve essere graffiante per definizione, ma è anche vero che bisogna capire fin dove si può davvero spingere, perché se si arriva a fomentare gli animi della gente, allora può diventare pericolosa. La situazione che si è venuta a creare con Dieudonné è spinosa, perché da una parte non è giusto limitare con la censura chi fa satira, ma dall’altra chi fa satira deve sapere che può creare tensioni gratuite. Il fatto stesso poi che Dieudonné nelle sue battute non citi mai certi termini, pur facendo riferimenti chiaramente intuibili, vuol dire che è ben consapevole di valicare il limite, di correre dei rischi ed è anche consapevole che il suo messaggio è molto forte ed è fatto per destabilizzare la situazione. Se tu insisti e crei un canovaccio che va a colpire sempre una certa categoria, non è più satira, ma è propaganda. Per intenderci si possono anche criticare le scelte dello Stato di Israele, ma si può contestualmente anche scherzare sul mondo arabo, allora è satira”.

Più in generale secondo Benny, “spesso e volentieri chi fa satira si nasconde per l’appunto dietro la frase ‘è satira’ per giustificare dichiarazioni, battute e vignette che di satirico hanno ben poco. In tutta la produzione che ho fatto finora per ‘Libero’, anche a me è capitato di calcare un po’ la mano, ma me ne sono di certo reso conto. Approfittarsi del termine ‘satira’, per farsi gli affari propri – dice il vignettista – è un’altra cosa”.

Particolarmente controverso per molte delle sue prese di posizione, Dieudonné ha visto progressivamente cambiare la sua immagine pubblica nel corso degli anni 2000. I media lo hanno spesso etichettato come militante di sinistra o (più spesso di recente) di destra anche estrema, mentre lui si definisce anticomunitario, antisionista e repubblicano. Tuttavia fa discutere il gesto da lui coniato e soprannominato “quenelle” (una sorta di saluto romano invertito). Stando ai media francesi il gesto è diventato virale, tanto da essere adottato da diversi movimenti antisemiti. Il gesto viene ripreso anche dal calciatore Nicolas Anelka dopo un gol da egli realizzato in Premier League nello scorso mese di dicembre.

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