Magazine Società

La scelta della tonalità di un brano

Creato il 10 marzo 2014 da Stefanorussoweb

Il sistema temperato equabile è il fondamento della musica moderna. Esso determina che i rapporti tra i suoni restino costanti qualunque sia la tonalità in cui un brano è composto. Se è così, che senso ha scrivere un pezzo in do maggiore piuttosto che in sol o in si bemolle? Quando ci si riferisce alla musica vocale è presto detto: per adeguarsi all’estensione delle voci. Ma per la musica strumentale qual è il criterio?
Si potrebbe dire che tale decisione venga presa dal compositore quasi casualmente e inconsciamente. C’è però chi la pensa diverasamente.
Mathis Lussy, nel suo Traité de l’expression musicale, sostiene che ogni tonalità possiede un diverso potenziale di sonorità e colore. Secondo Francois Geveart, procedendo da do per quinte ascendenti (cioè aggiungendo diesis) si ha un aumento di brillantezza e luminosità. Viceversa, procedendo in senso discendente (aggiungendo bemolli) le tonalità tendono ad essere più cupe e malinconiche.

Determinate tonalità, poi, sono state di volta in volta associate a particolari fenomeni storici e sociali. L’esempio più famoso è costituito dalla tonalità di mi bemolle maggiore, considerata per antonomasia massonica e adatta a musiche dai caratteri eroici e grandiosi.
Non a caso l’utilizzo di tale tonalità da parte di Mozart diviene più intenso proprio a partire dal 1784, anno della sua adesione alla massoneria.
Nella produzione mozartiana matura, la tonalità di mi bemolle maggiore ricorre in numerose opere: essa caratterizza i Lieder composti su testi massonici e, soprattutto, il Flauto magico(K620), opera ricca di contenuti filosofici e simbolici, elementi che ne fanno un’opera che segna il passaggio dall’Illuminismo a Romanticismo e determina l’affermazione del genere del Singspiel come modello di opera nazionale tedesca.

Riferimenti bibliografici

  • Emilia Gubitosi, Suono e Ritmo, Curci, Milano 1959
  • Mathis Lussy, Traité de l’expression musicale, Huegel, Parigi 1874
  • Bernhard Paumgartner, Mozart, Einaudi, Torino 1945

Riferimenti discografici

  • Wolfgang Amadeus Mozart, Lieder Klavierstücke, Harmonia mundi, 2008
  • Wolfgang Amadeus Mozart, Il Flauto Magico (Die Zauberflöte), Deutsche Grammophon, 200

da “Il Pendolo” del 22 maggio 2008


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine