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La scienza avanza o l’uomo retrocede?

Creato il 22 maggio 2010 da Dallomoantonella

La scienza avanza o l’uomo retrocede?

Ieri tutti i giornali del mondo parlavano della nuova e straordinaria scoperta scientifica: la prima costruzione  della cellula capace di autoriprodursi, in altre parole, l’avvento della vita artificiale, di cui è apparso un articolo sulla  rivista più autorevole in materia,  Science.   Si allega anche l’articolo  dell’Economist   ed   il punto di vista del Vaticano.

Bene,  è già tutto detto in queste semplici parole: si è evoluta  per davvero  la vita  bionica  ossia quella creata in laboratorio, ma che non è nulla in sè se paragonata alla vita naturale, quella autogenerantesi  per intenderci, quella originale, per dirla come va detta, e non il suo clone.

Non si vuole minimamente sminuire questo eccellente avanzamento  della scienza, anzi;  bisogna  assolutamente  elogiarlo, esserne fieri e tutto il resto.  La ricerca non deve e non può fermarsi; ci sono ancora  infinite malattie che la medicina purtroppo non sa ancora  curare, ci sono  mille domande aperte che la scienza  ha il dovere di  dissolvere o quanto meno   di affrontare, ma  per riprendere il tema dei due occhi che guardano e che nutrono uno stesso pensiero,  occorre ricordare e ricondurre il discorso sulla complessità dell’essere umano e dunque sulla complessità della vita stessa.

Proprio  ieri ho partecipato a un piccolo seminario  sull’uso delle nuove tecnologie nella didattica e nel mondo del lavoro;  nel 2001  si muovevano i primi passi  in questo campo  e ancora non si immaginavano le possibili ed effettivi evoluzioni del settore; oggi si può trarre un primo e soddisfacente  bilancio e si può asserire a detta degli studiosi  che le tecnologie  informatiche  da meri strumenti  migliorativi e velocizzanti si sono trasformati in reali operatori sociali che hanno la capacità di lasciare la loro impronta  non solo nella formazione delle persone  ma anche nella loro  effettiva e straordinaria nuova capacità di interazione e di fare comunicazione.  Non solo la tecnologia si è rivelata un attore  (beneficio assoluto) ma ha anche reso più complessa  la nostra didattica ( beneficio parziale) onde per cui i docenti di nuova generazione e quelli appartenenti alla vecchia guardia devono oggi riconsiderare  tutta una serie di parametri e di pratiche e di stili e di competenze che il sistema scolastico aveva  ritenuto assodato, ma che  invece  alla luce dei fatti  si sono sciolte come neve al sole…

Se un banale strumento come la rete, come il web, come il cosiddetto 2.0   ha saputo e potuto cambiare, nel bene e nel male, sia ben chiaro, la nostra sensibilità individuale e collettiva e non solo la nostra capacità di apprendimento,  quanto sarà in grado  uno strumento ad elevato potere  creativo e trasformativo  come la scoperta della prima cellula artificiale  vivente (scusate l’ossimoro)  di  modificare e stravolgere le nostre sempre più  agitate  esistenze?

Il presidente Obama  ha dato il via ad una commissione etica  che ne studi non solo i benefici indubitabili ma anche i possibili rischi annessi  a questa   sperimentazione  che senza dubbio non si arresterà nè  qualcuno cercherà seriamente di arrestare…

Il punto non è ovviamente scientifico; la scienza è una questione in sè trasparente, dice quello che dice, fa quello che fa, non può fare quello che ancora non sa fare…;  il vero  nocciolo  delicato   è invece come sempre solo etico:  che uso ne saprà fare la scienza e la politica e l’economia  di questa nuova ennesima potenzialità?  Quali problemi  organizzativi e di gestione  questa scoperta oggi e domani  dovrà comportare?  Come modificherà  o potrà modificare gli equilibri già di per sé assai complessi   dei vari paesi? Come migliorerà effettivamente la nostra vita quotidiana? Come la renderà di contro meno naturale e maggiormente confusa?

Sono ovvie e salutari domande che  tutto il corpo scientifico ma non solo  è oggi chiamato   a riflettere, a ripensare, a riconsiderare.  Aldilà di tutto questo, è giusto brindare  a questo lieto evento: sulla porta  non possiamo mettere nè un fiocco rosa nè un fiocco azzurro,  suggerirei un fiocco  verde,  il colore della vita e della speranza.


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