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La scienza dell'amore

Da Mgfarina @MgFarina

La scienza dell'amore di Nicola Ghezzani

La scienza dell'amore

Sognando l'Eden, olio su tela di Flavio Lappo


Perché pensare ad una scienza degli affetti, una scienza dell'amore? La risposta che ci sorge spontanea è semplice nel suo enunciato e complessa nelle sue conseguenze. Una scienza dell'amore ci offre l'opportunità di rifondare non solo la psicologia ma anche la psicoterapia, e di farlo alla radice. Vediamo in che senso. Fino ad alcuni decenni fa, gli psichiatri e gli psicoterapeuti indicavano, più o meno tutti, come base della salute mentale una buona integrazione socialeCos'era per loro l'integrazione sociale? Era educarsi all'autocontrollo, diventare responsabili e darsi le mete che la società nel suo complesso riteneva normali: innanzitutto famiglia e affetti stabili; poi, per gli uomini, il lavoro e una sostanziale accettazione della gerarchia sociale, e, per le donne, l'accettazione della maternità. Erano questi i valori sociali di base, integrati i quali si affermava che la persona fosse mentalmente sana. Parametri non troppo difficili da raggiungere, sicché una quota elevata della popolazione appariva sana. Questo criterio di valutazione resta ancora oggi molto diffuso, ma non è più il criterio dominante. E' stato infatti compendiato, se non del tutto sostituito, da un nuovo metro di misura. Dal dopoguerra ad oggi, su influsso della vincente cultura anglosassone, il nuovo parametro della salute psicologica individuale è stato individuato nell'autonomia. Cos'è l'autonomia? E' la capacità dell'individuo di essere indipendente, realizzata grazie a questi valori: la spontaneità, lo sviluppo di una personalità non limitata da un'altra, la separazione dalla famiglia di origine, un lavoro e un reddito; in più, né l'uomo deve essere dominato dalla donna né la donna dall'uomo. Dunque, se si considerano caratteristiche dell'autonomia psicologica e sociale la capacità di lavorare, l'indipendenza economica, una casa e relazioni sessuali prive di dipendenza, anche il modello dell'autonomia non è troppo difficile da realizzare (sebbene lo sia di più della semplice integrazione sociale) e molte persone possono apparire sane. A ben vedere, però, sia nel caso dell'integrazione sociale che in quello dell'autonomia, si tratta di criteri di valutazione “esterni”, che riguardano cioè l'identità sociale dell'individuo (nel primo caso, famiglia, lavoro, obbedienza alla gerarchia e ai valori tradizionali e, nel secondo, intraprendenza, capacità di disimpegno, socievolezza, relazioni sessuali libere...). Criteri talmente “esterni” che mi arrischierei a dire che rappresentano definizioni sociologiche della normalità, piuttosto che psicologiche. Per “psiche” dobbiamo intendere qualcosa di più intimo, che coinvolga i vissuti emotivi e i sentimenti dell'individuo. Io, per lo stesso fine della valutazione della salute mentale individuale, propongo di assumere un criterio di valutazione più chiaramente psicologico: l'intimitào, per meglio dire, la capacità di intimità affettiva e di relazione d'amore. Ebbene, se assumiamo questa capacità come parametro della salute, ecco che ci si rivela tutt'altro quadro. Osservati da questa angolazione, non sono molti gli esseri umani che mostrano di sapere sostene l'intimità profonda e il processo amoroso. In coppia i più si sentono prigionieri di una trappola invisibile e vi si dibattono procurando dolore a se stessi e al partner; molti altri se ne tengono al di fuori in virtù di una rigida personalità autarchica. Questa strana incapacità di intimità affettiva è ben registrata da un fenomeno paradossale: le madri, sempre più numerose, terrorizzate dal rapporto intimo con il neonato. E da un altro fenomeno non meno paradossale: i numerosissimi uomini e donne che, svegliandosi d'improvviso da una condizione di efficiente autonomia o di adeguata integrazione sociale, intuiscono l'esistenza di un ulteriore grado di salute, che sfugge loro e li tormenta: sono perfettamente autonomi e bene integrati eppure sono infelici. Per questo, per superare modelli di salute disfunzionali, è nata una scienza dell'intimità affettiva, la scienza dell'amore: per mostrare quanto la natura umana dia il meglio di sé nell'armonia dinamicadell'incontro intimo con l'altro essere umano, e quanto, allo stesso tempo, noi ci siamo allontanati da questa ricchezza innata. La scienza dell'amore è il titolo della nuova collana della casa editrice Sonzogno nella quale è stato pubblicato da pochi giorni il bellissimo libro di Francesco Alberoni L'arte di amare,e a marzo/ aprile del 2013 comparirà il mio Perché amiamoEbbene, uno degli scopi della collana, forse il più importante, è appunto di illustrare in tutta la sua ricchezza questo nuovo, suggestivo e direi persino rivoluzionario paradigma della salute umana.Tutti i diritti riservatiNicola Ghezzani, psicoterapeuta e scrittore

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