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La Scozia di Lucia: escursione all’isola di Pabbay

Creato il 20 febbraio 2013 da Auroradomeniconi

La Scozia di Lucia: escursione all’isola di PabbayContinua l’appuntamento del mercoledì con “La Scozia di Lucia”, che possiamo ormai considerare una rubrica fissa all’interno della raccolta “Scotland, my love”. Questa volta seguiamo Lucia in un’escursione in barca che la porta verso un’altra straordinaria parte di Scozia, remota nell’oceano Atlantico: l’isola di Pabbay.

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Quest’anno col Seatrek siamo andati sull’isola disabitata di Pabbay, di fronte alla blue Lagoon (il nome non è un caso, visti i colori dell’acqua).

Siamo arrivati in gommone, tutti insieme e ci hanno sbarcati su una spiaggia dalla sabbia bianca e luminosa, in una piccola baia circondata da machair e da colline sassose, in un’isola disabitata.

Abbiamo consumato il nostro pranzo e poi siamo andati all’esplorazione dell’isola. Io sono andata a scattare fotografie su una piccola spiaggetta che si affaccia sulla blue Lagoon. L’acqua davanti al mio obiettivo aveva tante cromature di celeste e di turchese a cui faceva da orizzonte una linea azzurra intensa, blu:  l’oceano sconfinato. La superficie dell’acqua era un velo trasparente che lasciava intravedere il corpo leggero e delicato di quella distesa salata in cui minerali vecchi miliardi di anni hanno lasciato le loro tracce. Quella distesa d’acqua celeste non aveva segreti. Si mostrava in tutta la sua semplice, ma risoluta bellezza, traluceva la sua anima pura e sensibile, ma intoccabile.

La Scozia di Lucia: escursione all’isola di Pabbay
Le alghe scure sul fondo formavano delle macchie che vivacizzavano l’aspetto tenue della distesa della Laguna blu, così com’è chiamata dai locali, mentre le rocce circostanti, di varie colorazioni, la cullavano con le loro braccia che si stendevano lunghe fino a toccare il profondo oceano blu. Mi sono sentita quasi intimorita dalla purezza dell’ambiente, tanto che, questa volta, i miei pensieri si sono connessi totalmente con la terra del mio cuore. Non hanno osato lasciarsi trasportare dai sensi e inoltrarsi in vie tortuose di oscure torture mentali. Si trattava invece di pensieri di gratitudine e di gloria per quella Scozia così remota, così selvaggia, così vitale. Pensieri di stupore per la silenziosa possente bellezza, sconosciuta ai più, di gratitudine per avermi dato la possibilità  di vedere tali meraviglie della natura, dono riservato davvero a pochi, a chi  non si ferma di fronte alle mete turistiche conosciute, ma osa andare oltre i confini e scoprire le bellezze celate dentro di lei e ancora inesplorate. L’ho considerato un dono della madre Scozia per me, in cambio dell’amore che le riservo.

La Scozia di Lucia: escursione all’isola di Pabbay
Mi sentivo emozionata a stare su un’isola disabitata ai confini estremi del mondo abitato… anzi, eravamo già in quello disabitato, ai bordi dell’Atlantico, nel 2012, Era della fretta, dei computer e dell’affollamento del pianeta. Mi sentivo davvero benedetta dalla sorte! Con questa sensazione di purificazione e di connessione con la mia terra ospitante, mi sono diretta verso l’interno dell’isola, arrampicandomi tra rocce e brughiere. Il vento era battente, ma non pioveva e un tiepido sole lasciava spazio, minuto dopo minuto, a un sole più forte che cambiava aspetto all’ambiente in cui splendeva. Il mare si colorava di azzurro più intenso, mentre la brughiera diventava sempre più brillante e più chiara.

Continua…

Photo Credits: Lucia Tysserand

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