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La Scozia di Lucia: la pacata bellezza di Plockton

Creato il 17 luglio 2013 da Auroradomeniconi

La Scozia di Lucia: la pacata bellezza di PlocktonDopo aver girovagato in  lungo e in largo per le Ebridi, Lucia ha intrapreso il viaggio di ritorno in patria. La strada è ancora lunga, però, e le avventure e le riflessioni scozzesi di Lucia continueranno a tenerci compagnia nella raccolta “Scotland, my love”. Oggi esploriamo la Mainland scozzese facendo tappa a Plockton, sul Loch Carron.

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La mattina successiva, dopo la full Scottish breakfast, con lo scrumbled egg che ogni tanto mi ricordava di aver esagerato con la colazione, abbiamo attraversato l’isola e siamo giunti nella Scozia Mainland attraversando lo Skye bridge. Ci siamo diretti verso il Loch Carron, esattamente a Plockon, un delizioso e pittoresco paesino sulle rive del lago sopra nominato.

La Scozia di Lucia: la pacata bellezza di Plockton
Era mattina presto e la vita del luogo non aveva ancora iniziato a sgranchirsi le gambe. In giro c’erano pochissime persone: alcuni abitanti del luogo che camminavano veloci a testa bassa e turisti imbambolati che sostavano davanti al lago, ad ammirare le pacate bellezze della distesa d’acqua, in quella grigia mattina estiva senza vento. Guardavo compiaciuta quello scenario ameno e pittoresco, nella calma silenziosa dell’ora di colazione. L’unico segno di ripresa della giornata era un pescatore che stava facendo dei lavori alla sua barca. Probabilmente la sua giornata lavorativa era già terminata. I negozi erano chiusi e tutto taceva, come il lago, come il gatto che si era seduto sul cofano di un’auto parcheggiata di fronte al lago.

La Scozia di Lucia: la pacata bellezza di Plockton
Loch Carron, lì a Plockton offriva uno spettacolo bucolico. La superficie verdastra dell’acqua rifletteva i nuvoloni grigi che si sfumavano di bianco al tocco con essa. Sulla superficie si specchiavano i fiori dei giardini, bellissimi, nelle loro forme e nei loro diversi colori. Ci si rifletteva anche la fila di casette bianche, tutte uguali, una accanto all’altra, sistemate lì dal tempo, senza possibilità di muoversi, che si estendevano lungo l’unica via di Plockton. Vicino al molo, il grigio-verde uniforme del lago era interrotto da alcune imbarcazioni ivi ormeggiate. Tutto questo era raccolto e abbracciato dalle circostanti colline verdi, ricoperte di boschi. Abbracciavano anche noi e c’isolavano dal resto del mondo abitato.

L’aria era umida, ma non fredda e c’era una buona luce. Ci siamo incamminati sul marciapiedi davanti alle case bianche, accanto agli stupendi giardini ricoperti di fiori incantevoli, di tutte le forme e di tutti i colori. Guardavo il lago, filtrato dal profilo dei fiori che lo coloravano di rosso, giallo, bianco, arancione e rosa. Era ancora più bello da quella prospettiva.

La Scozia di Lucia: la pacata bellezza di Plockton
Mentre passeggiavo, la mia attenzione è stata catturata da un cancellino nero, sorretto da due colonne bianche e ornato da una rigogliosa corona di un fiore rampicante fucsia e dalle sue foglie.

La Scozia di Lucia: la pacata bellezza di Plockton
Dal cancello iniziava un vialetto tra le siepi verdi e ben curate, che conduceva al lago. Mi sono posizionata per fare uno scatto, quando mi sono accorta che in quel giardino c’era una signora di una certa età, perfettamente in British style. Allora le ho chiesto gentilmente il permesso di fare una foto. Le ho fatto i complimenti per il suo meraviglioso “garden” e lei senza scomporsi troppo, come se fossi stata la sua vicina di casa, mi ha cominciato a parlare, indicandomi una tartaruga ai suoi piedi che stava mangiando dell’insalata. Mi ha raccontato la storia dell’animale e parlava di esso, come se fosse un membro della famiglia: mi sembra di ricordare che si definisse la sua mamma. Mi raccontava che quando andava a darle da mangiare, la chiamava e la tartaruga usciva da sotto la siepe e le andava incontro. Mi ha anche raccontato di altri episodi che mostravano lo stretto rapporto affettivo che c’era tra loro due e ha messo in evidenza come gli animali, a differenza di quanto credano molte persone, abbiano dei sentimenti e provino emozioni. Ho salutato cordialmente la signora, l’ho ringraziata per la piacevole conversazione e le ho augurato una buona giornata. Ho scattato la mia foto e ho proseguito la passeggiata, ma per poche decine di metri perchè finiva la strada, finivano le casine e finiva la parte interessante di Plockton.

La Scozia di Lucia: la pacata bellezza di Plockton
Siamo quindi tornati indietro; nel frattempo avevano aperto alcuni negozi, tra cui uno piccolissimo che aveva una porta rossa piccola e una finestra grande e rossa, sullo sfondo bianco del muro. Volevo entrare, ma avrei speso soldi – e non potevo – e poi era mattina presto e di strada ne dovevamo ancora fare molta, per cui abbiamo proseguito e con pochi altri passi siamo tornati al punto di partenza. Abbiamo salutato quel paesino e i suoi gatti e ci siamo diretti verso il paese di Lochcarron, famoso per il tessuto Tweed.

Continua…

Photo Credits: Lucia Tysserand

Leggi: La Scozia di Lucia: Portree, da piccolo villaggio a “metropoli” scozzese

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