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La Scozia di Lucia – parte VIII

Creato il 09 gennaio 2013 da Auroradomeniconi

La Scozia di Lucia – parte VIIIAvevamo lasciato Lucia alla Baia di Husinis, a contemplare incantata uno degli angoli più suggestivi delle Ebridi. La ritroviamo là, immersa nel carattere selvaggio del panorama scozzese, a rincorrere pensieri e riflessioni che ha deciso di condividere nella raccolta “Scotland, my love”.

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Ho cominciato la mia passeggiata sul bagno-asciuga, a piedi nudi, immersi in quelle trasparenze dai divini colori, incurante della gelida temperatura dell’acqua. Sentivo il fresco partire dalla punta dei piedi e arrivarmi alla mente e di nuovo il senso di purezza trasmessomi dalla mia Scozia. Avevo voglia di sbarazzarmi  di tutti i miei fantasmi disonesti e prepotenti che s’insinuavano tra le grate di protezione del mio cuore e attentavano alla mia serenità. Di fronte a quelle acque diafane, circondata da colline e brughiere e inebriata dall’odore di sale, ho abbassato le difese e la mia mente si inoltrava in un sentiero intricato di malinconici pensieri, meste riflessioni che si tuffavano nel verde pallido delle acque di Husinis e che fuggivano lontano, lontano verso chissà dove, ma che, ahimè, ritornavano perchè volevano stare con me.

Un altro passo e mi sono ritrovata in  una piccola insenatura in cui mi sono davvero isolata da tutto il resto, anche da quei pensieri irrispettosi della mia sensibilità e della mia onestà e mi sono dedicata completamente alla mia terra che in quel momento mi stava abbracciando forte e mi donava una parte di sé. Mi regalava energia pura, bellezza sublime e vitalità da mettere da parte e da usare in caso di necessità. Mi trovavo in una piccolissima spiaggetta, contornata da alti scogli; la sabbia sotto i miei piedi, dalle sfumature  giallastre violacee, era dura e bagnata. Gli scogli alti che la delimitavano, la riparavano dai venti e l’acqua del mare vi s’insinuava lentamente, quasi con riverenza. Mi sembrava di essere in un film, film inteso come qualcosa d’irreale nella mia vita, tanto era bello e tanto mi sentivo eletta a stare lì.

Husinis Bay
Una bambina del gruppo mi ha raggiunta, ma non sapeva come scavalcare gli scogli che arrivavano fino all’acqua. Sono andata ad aiutarla ed è stata lì con me a giocare con l’acqua. Ero tornata alla realtà ed era arrivato il momento di andar via. Raggiunto il gruppo con una corsa rigenerante, sono ripartita e attraversando un breve passaggio sabbioso attraverso il machair, io e il gruppo di bambini e genitori siamo giunti dall’altra parte della baia che si affacciava su un’alta scogliera e che proponeva la vista di una buona parte dell’arcipelago. Era un’amplissima baia, contornata da alte scogliere. Davanti a me c’era un isolotto in cui si estendeva un lembo di terra su cui vi era costruita una casetta, sicuramente disabitata da anni.

Dall’altra parte del lembo di terra, c’era una sottile e corta striscia di mare di un azzurro chiaro e intenso, una spiaggetta raggiungibile solo a piedi, attraverso un percorso sulla collina. Volevo andarci, ma una parte del gruppo si era arenata e allora sono rimasta a contemplarla da lontano, a sedere su un’alta collina, le spalle contro una pietra enorme e l’oceano e la salsedine a perdita d’occhio davanti a me. Ho spiato il mare in ogni suo movimento. Era calmo e azzurro cupo quando il sole era coperto dalle nuvole, ma azzurro brillante quando le nuvole decidevano di andare a fare ombra altrove. Il mare sembrava respirasse, visti i suoi movimenti leggeri. Me ne sono stata a lungo appoggiata alla roccia a guardare la mia terra, a contemplare quanto sia bella e selvaggia e a cercare di portare dentro di me l’idea della forza primordiale che sprigiona e di conservarla dentro di me nel migliore di modi, come si fa col whisky, qui nella mia terra.

Continua…

Photo Credits: Lucia Tysserand

Leggi: La Scozia di Lucia – parte I; La Scozia di Lucia – parte II; La Scozia di Lucia – parte III; La Scozia di Lucia – parte IV; La Scozia di Lucia – parte V; La Scozia di Lucia – parte VI e La Scozia di Lucia – parte VII.


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