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La scrittura ai tempi del denaro

Creato il 22 agosto 2014 da Nerifondi @NeriFondi
La scrittura ai tempi del denaro

Image by Phil Slattery

Bene, oramai credo vi siate abituati alla nuova struttura di questo piccolo blog che ha deciso di aggiornarsi solamente quando ha qualcosa di importante da dire, o quantomeno qualcosa che ritiene importante.

Proprio per questo sono qui, oggi: per parlarvi di qualcosa che ritengo importante.

Poco fa leggevo un articolo piuttosto interessante su Penne Matte che potrete trovare a questo link, e che puntava l’attenzione sull’utilizzo ormai rarissimo del punto e virgola e sulla possibilità di eliminarlo definitivamente dalla punteggiatura comune.

Ma non è questo ciò su cui rifletteva esattamente l’articolo. Da questo spunto è passato a una più accurata analisi su quella che alcuni definiscono scuola americana, che impone di snellire fino all’osso tutto quello che viene narrato, eliminando perciò aggettivi, avverbi e addirittura segni di interpunzione in favore di uno stile fluido e “comodo”, come invece amo dire io.

Quello che a questo punto mi è venuto in mente è: ma c’è davvero bisogno di seguire questo stile a tutti i costi?

La risposta si divide in due strade ben distinte.

Risulta evidente che se si vuole tentare di diventare autori di successo, la via di Hemingway è la migliore da seguire. Poca punteggiatura, pochi abbellimenti. La cosiddetta punta dell’Iceberg.

Ma non avete mai sentito l’esigenza di chiedere a questi scrittori qualcosa di più? Non vi è mai venuto in mente che questi scrittori di successo (come il 99% degli scrittori di best-seller odierni) possano dare di più al lettore, continuando comunque a intascare una significativa cifra?

A me questa cosa manda un po’ in confusione.

Ma che male hanno fatto gli aggettivi e gli avverbi? E perché questo bisogno di demonizzarli, in una lingua talmente antica e complessa come l’Italiano, che ha bisogno di tutti i suoi fronzoli e delle sue meravigliose sfumature espressive?

Forse non diventerò mai uno scrittore di successo, anzi, è quasi certo. Ma prima di essere uno scrittore sono un amante del bello, e del bello letterario.

Non abbandonate la bellezza.

Neri.

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