Image by Phil Slattery
Bene, oramai credo vi siate abituati alla nuova struttura di questo piccolo blog che ha deciso di aggiornarsi solamente quando ha qualcosa di importante da dire, o quantomeno qualcosa che ritiene importante.
Proprio per questo sono qui, oggi: per parlarvi di qualcosa che ritengo importante.
Poco fa leggevo un articolo piuttosto interessante su Penne Matte che potrete trovare a questo link, e che puntava l’attenzione sull’utilizzo ormai rarissimo del punto e virgola e sulla possibilità di eliminarlo definitivamente dalla punteggiatura comune.
Ma non è questo ciò su cui rifletteva esattamente l’articolo. Da questo spunto è passato a una più accurata analisi su quella che alcuni definiscono scuola americana, che impone di snellire fino all’osso tutto quello che viene narrato, eliminando perciò aggettivi, avverbi e addirittura segni di interpunzione in favore di uno stile fluido e “comodo”, come invece amo dire io.
Quello che a questo punto mi è venuto in mente è: ma c’è davvero bisogno di seguire questo stile a tutti i costi?
La risposta si divide in due strade ben distinte.
Risulta evidente che se si vuole tentare di diventare autori di successo, la via di Hemingway è la migliore da seguire. Poca punteggiatura, pochi abbellimenti. La cosiddetta punta dell’Iceberg.
Ma non avete mai sentito l’esigenza di chiedere a questi scrittori qualcosa di più? Non vi è mai venuto in mente che questi scrittori di successo (come il 99% degli scrittori di best-seller odierni) possano dare di più al lettore, continuando comunque a intascare una significativa cifra?
A me questa cosa manda un po’ in confusione.
Ma che male hanno fatto gli aggettivi e gli avverbi? E perché questo bisogno di demonizzarli, in una lingua talmente antica e complessa come l’Italiano, che ha bisogno di tutti i suoi fronzoli e delle sue meravigliose sfumature espressive?
Forse non diventerò mai uno scrittore di successo, anzi, è quasi certo. Ma prima di essere uno scrittore sono un amante del bello, e del bello letterario.
Non abbandonate la bellezza.
Neri.