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La scuola dei bambini

Da Aquilanonvedente

scolaroNell’immediato dopoguerra venne in Italia, a Rimini, una discepola di Piaget, pioniere della psicologia infantile.

Era convinta che il nostro Paese sarebbe risorto dalla distruzione e dall’odio se avesse creduto nei bambini. Per questo cercò di raccogliere dei fondi per costruire un asilo che funzionasse secondo gli insegnamenti del suo maestro.

Qualche anziano cittadino di Rimini ricorda ancora quella signora aggirarsi per il cantiere per accertarsi che i muratori collocassero le finestre a sessanta centimentri dal suolo. E quando le chiedevano spiegazioni di quella bizzarria, lei rispondeva: “Perché volete obbligare i vostri bambini ad alzarsi sulla punta dei piedi per vedere se fuori nevica, fate piegare la schiena alla maestra…

Educare all’autostima un adolescente è indispensabile; dovrebbe diventare un principio pedagogico strategico fin dalle scuole dell’infanzia: il nostro metodo educativo dovrebbe essere fondato sulla promozione dell’autonomia, mentre troppo spesso è imperniato sulla depersonalizzazione dell’allievo, premiandone le competenze cognitive più basse:

“Hai capito?”

“Sì.”

“Allora ripeti.”

Il nostro sistema di apprendimento tende a non basarsi sul rafforzamento delle risorse individuali e perciò autonome di chi impara, ma sulla conferma delle capacità di chi insegna.

Paolo Crepet – Non siamo capaci di ascoltarli (Einaudi 2001)



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