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La scuola dimenticata

Creato il 25 gennaio 2013 da Pedagogika2
La scuola dimenticata Il periodico Micromega in un articolo di Marina Boscaino (http://temi.repubblica.it/micromega-online/se-la-sinistra-dimentica-la-scuola/) spiega molto bene di come il tema "scuola" "continua a non avere diritto di cittadinanza" nei programmi politici e nelle coalizioni che si stanno candidando a governare. Mentre siamo quasi sicuri che il mondo scolastico verrà di nuovo smosso, in qualche modo. Aspettiamo.La Boscaino spiega molto bene i molteplici motivi di tale disattenzione.
"Certamente-afferma- un ruolo fondamentale lo ha avuto il trattamento che la scuola ha subito nel corso degli ultimi lustri. Una campagna artatamente concepita e poi amplificata sin dai primi anni del 2000 (“contro” la scuola in generale; sottovalutando programmaticamente la funzione dello Stato nel settore dell'istruzione; delegittimando intenzionalmente i docenti tutti, senza cautela e con arroganza) da parte di governi ed editorialisti soloni-grilli parlanti, aedi del neoliberismo, (una campagna che si è sviluppata a parole, ma anche nella grossolanità degli atteggiamenti politici e nella sottovalutazione – quella davvero trasversale – di quanto l'istruzione sia strategica per la crescita e il progresso del Paese) hanno convinto definitivamente una gran parte di italiani del fatto che fosse non solo necessario, ma anche giusto ridurre il sistema di istruzione".

"Modificandolo da istituzione con finalità di promozione socio-culturale della comunità nazionale nel suo insieme a servizio individuale; e quindi  indicandolo come una delle fonti di risparmio primarie", ecco un punto saliente la scuola non è più istituzione educativa che promuove la formazione dell'uomo e del cittadino ma è divenuto un luogo da cui si tagliano bilanci di spese per aiutare l'economia. Ciò non ha niente a che fare con la sua funzione primaria. Eppure è sempre un campo di battaglia, poiché chi si vuol far bello con l'elettorato va subito a promettere mari e monti per la scuola pur di accaparrarsi i voti di chi a scuola ci lavora. (Basti ricordare che la prima cosa che ha fatto Profumo appena insediato è stato quello di promettere un "concorsone" - pur incostituzionale- per riscuotere consenso dagli italiani. Eppure era in un governo tecnico e, non aveva certo bisogno di farsi propaganda).

La Boscaino, però continua e afferma che "altrettanto responsabile del disinteresse, dell’incuria, è l'atteggiamento di molti insegnanti, purtroppo la maggioranza. Sono quelli che continuano in astratto a mugugnare contro i test Invalsi, e poi eseguono diligentemente il compito concreto; quelli che non hanno mai detto una parola contro lo scempio (anche culturale) configurato dalla "riforma" Gelmini, di cui non si sono scomodati nemmeno a leggere i regolamenti; quelli che – catturati prima e soddisfatti poi dall'ondata di indignazione post proposta indecente delle 24 ore – hanno pensato di aver "portato a casa il risultato" solo perché la protesta – organizzata e sostenuta, spendendo tempo, studio, fatica, energie, da altri, tutt’ora mobilitati – è riuscita a scongiurare il peggio e a ripristinare uno stato di pseudo-normalità: il contratto collettivo di lavoro è scaduto da anni e probabilmente altri ne dovremo aspettare perché venga rinnovato. "

"Sono quelli che hanno prestato assistenza al recente Rischiatutto fai fuor i precari  ed innesca l’ennesima guerra tra poveri (il concorso di Profumo) per la quale molti di noi  avevano chiesto la rinuncia senza se e senza ma; sono gli stessi che afferrano spezzoni di cattedre per aumentare il proprio salario, danneggiando irreversibilmente gli stessi precari, che così non vengono chiamati. Sono, infine, gli stessi che ritengono che la "politica" non attenga alle nostre funzioni, alla nostra professione, al nostro essere cittadini e insegnanti. E invece il nostro – nel senso etimologico del termine e in quello della partecipazione consapevole – è certamente il mestiere più politico che esista". Ma di fatto, aggiungo,la politica la fanno in cattedra coi loro alunni o dai loro blog!
"Perché a costoro – non interlocutori, non proponenti, non esigenti, non attraenti – politica, partiti dovrebbero dedicare risorse, attenzione, interlocuzione che non siano di maniera? Parlare di scuola, mondo della scuola, insegnanti come sede di corporativismo – lo ha fatto Monti da Fazio – è totalmente sbagliato: l’inerzia prevale; vigilanza e mobilitazione sono affidata all’energia e alla cultura democratica di relativamente poche persone, che da anni si spendono".

La Boscaino denuncia come all'appello girato in rete  per discutere su una piattaforma di 10 punti sulla scuola e per riservare alla scuola una specifica rappresentanza in Parlamento nella prossima legislatura tutti hanno fino a ora risposto con un silenzio che gronda significato; anche le coalizioni nelle quali ci sono partiti che – precedentemente – si erano detti favorevoli ai 10 punti. 
La Boscaino denuncia il centro sinistra di questo disinteresse, secondo me questa è la sua unica pecca. Perchè? Perchè la scuola, la formazione, la cultura, l'idea di società e civiltà che veicola il mondo scolastico non può e non deve - o dovrebbe- appartenere a nessuna sfumatura politica. Nè centro, destra o sinistra, anzi dirò di più la sinistra - che teoricamente è paladina di certi diritti- è da tanto tempo che non si dedica concretamente al mondo scuola. Il pianeta scolastico è stato dirottato verso un binario morto e nessuna forza politica si è opposta a tale movimento.
Concordo pienamente invece, sul ruolo del corpo docente che da una parte non agisce e dall'altra mugola tra i banchi cercando di far fare agli studenti ed alle famiglie il lavoro sporco. Di fatto, anche il corpo docente è una casta: povera, senza mezzi, un pò ignorante, con tanti diritti e pochi doveri, ma comunque casta. Il personale scolastico affiliato ai sindacati ha tutti i mezzi per rivendicare ciò che gli spetta, mentre studenti e famiglie che un sindacato non l'hanno sono i veri soggetti deboli di questa istituzione, che da un lato è un diritto ed un dovere ma, che dall'altra è un luogo che non produce uomini e cittadini liberi di pensare e pronti per il mondo che li circonda, ma forma ancora - come agli albori della prima alfabetizzazione nazionale- menti conformiste, poco critiche e poco emancipate. Altro che scuola degli alfabeti!
Simonetta Frongia


Leggenda:

  • Le frasi virgolettate in blu corsivo, sono le parole dell'autrice dell'articolo originale.

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