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Difficile parlare dell'ultimo film di un regista che , ( come hai scritto più volte), ha avuto un suo ruolo nella tua formazione di cinefilo. Perché entrano in campo troppe cose: ricordi,sentimenti,voglia di parlare bene a tutti i costi di una persona che ci ha lasciato troppo presto.
Chissà come avrebbe narrato i tempi a venire, quale altra storia ambientata nel suo Veneto,( così simile alla mia Brianza,sopratutto nelle cose peggiori),e insomma mentre vedi il film pensi a lui. Ai suoi eroi senza gloria,ma nemmeno bastardi. Solo delle persone normali. Colpite dalla vita, ma mai affondate.
Non manca anche in questa opera la sua proverbiale attenzione, partecipazione, tenerezza nei confronti dei suoi personaggi. Mazzacurati , come altri registi , un nome su tutti: Virzì, ama l'umanità e non ha mai un atteggiamento da giudice, non condanna. Mostra i limiti, i difetti, e il tentativo eterno di riscatto.
Come capita anche ai personaggi di questo film
Bruna è una giovane estetista a cui gli affari non vanno benissimo e a ben vedere nemmeno la vita . Il suo uomo la tradisce, gli affari sono pochi, è vessata dal rifornitore che un giorno sì e l'altro pure gli pignola i suoi attrezzi di lavoro. Un giorno,mentre si reca come di consueto al carcera a fare lavori di manicure a una anziana detenuta, la sua vita cambia! La donna in punta di morte rivela a Bruna di aver nascosto gioielli e oro in una sedia, situata nel soggiorno di casa.
Per tutta una serie di eventi e disgrazie si ritrova a dar la caccia a questa sedia in compagnia di Dino,suo vicino di negozio, un tatutatore sull'orlo della crisi economica e affettiva, e del prete del carcere.
Durante questa ricerca affannosa passano personaggi strambi,stravaganti,farseschi, da un volgare mago a due strani fratelli montanari.
Non è una pellicola del tutto riuscita, non sempre centra il bersaglio, talora i personaggi sono legati a bozzetti e macchiette,ma nel suo insieme è una pellicola godibilissima. Come lasciandoci , Mazzacurati,voglia dirci che alla fine è tutta una commedia buffa e sgangherata la nostra vita. Seppure con un fondo e retrogusto di assoluta malinconia e tristezza.
Come sempre sono i personaggi a fare il film, la totale empatia che si prova per loro,la partecipazione affettiva. Ottimi Isabella Ragonese, ( la mia attrice italiana preferita..no vabbè ci sono sempre Margherita e Alba,ma lei è sempre bravissima e mi piace quel suo modo di essere una donna comune,normale,piacevolissima), e Valerio Mastrandrea, il quale si conferma tra i migliori italiani di questi ultimi 20 anni.
Un ultimo saluto gioioso,con somma speranza e certezza nell'amore, nell'umanità,un'ultima carezza ai suoi personaggi così perdenti e forti insieme, questo è il film in questione.
In perfetta linea con la tematica,poetica, di una vita d'artista, da grande uomo di cinema. I toni da favola, l'atmosfera apparentemente scanzonata e leggera sembrano quasi messi come per rassicurare il suo pubblico che dopo tutto la vita è senza ombra di dubbio piena di spiacevolezze e drammi,ma ancora più forte sono le gioie di aver un obbiettivo , una missione,credere in qualcosa,ma sopratutto, alla fine del viaggio, trovare una persona, un amore.
Così anche se il film in sé forse non è un'opera memorabile , non è il Toro o La lingua del Santo,quello che ci rimane è l'allegra disperazione, la determinazione di farcela ,di questi personaggi. Ed è questo l'insegnamento finale di tutta l'opera di Mazzacurati.
Non possiamo che ringraziarlo
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