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LA SERIAL KILLER DEL SAPONE - Leonarda Cianciulli

Creato il 18 febbraio 2010 da Luca Filippi

LA SERIAL KILLER DEL SAPONE - Leonarda Cianciulli

"Vedo nella tua mano destra il carcere, nella sinistra il manicomio" Quando si parla di serial killer, le cronache ci hanno abituato a sentire, per lo più, nomi maschili: Ted Bundy, Jeffrey Dahmer, e via dicendo. Infatti, l’omicida plurimo (sinonimo di serial killer) è nel 90% dei casi maschio. Non mancano, tuttavia, i casi al femminile. Basti pensare a Aileen Wuornos, la cui storia ha inspirato il film “Monster” con Charlize Theron nel ruolo della protagonista. Anche nel Bel Paese, abbiamo un esempio di serial killer versione casalinga di Voghera. Il suo nome è Leonarda Cianciulli, passata alla storia come la Saponificatrice di Correggio. Nasce nel 1893 a Montella di Avellino, frutto di una violenza subita dalla madre, Erminia Di Nolfi, che sarà prima costretta a sposare il suo stupratore e successivamente convolerà a nozze con il signor Cianciulli. L’infanzia della futura Saponificatrice è triste, tenta più volte il suicidio, ma tutti i tentativi vanno a vuoto. Nonostante Leonarda non sia una gran bellezza, magrolina e con i lineamenti mascolini, ha un certo successo con gli uomini. Nel 1914 sposa Raffaele Pansardi, impiegato comunale. Nel 1930 il terremoto del Vulture distrugge la loro casa e getta la coppia in una profonda crisi economica. I coniugi si spostano al Nord, in provincia di Reggio Emilia, nella cittadina di Correggio e, neanche troppo lentamente, risollevano la propria situazione. Leonarda è un'anima tormentata. Crede di essere vittima della maledizione della madre, che non ha mai accettato questa figlia della violenza. Una zingara predice alla donna che nel suo futuro ci saranno sia il carcere che il manicomio e, inoltre, le dice che non avrà discendenza. E in effetti, la Canciulli perde 13 figli. Dopo l'intervento di una strega del paese, Leonarda si libera della maledizione e riesce a portare a termine quattro gravidanze. Il figlio prediletto è Giuseppe, il maggiore. Scoppia la seconda Guerra Mondiale. Leonarda teme che Giuseppe venga chiamato al fronte e possa morire. Una notte sogna una madonna, che tiene in braccio un bambino nero. La visione dice a Leonarda che, per salvare la vita del primogenito, deve fare dei sacrifici umani. La prima vittima è Faustina Setti, settantenne, a cui Leonarda ventila la prospettiva di un vantaggioso matrimonio a Pola. Intima alla vittima di non fare parola con nessuno e, la mattina stessa della sospirata partenza, la aggredisce con una scure. Il corpo della Setti viene smembrato in nove pezzi e disciolto con la soda per farne sapone. Il sangue, invece, verrà opportunamente impastato per preparare dei croccanti pasticcini. E' poi il turno di Francesca Soavi, cui viene promesso un lavoro presso il collegio femminile di Piacenza. Ma a Piacenza la Soavi non arriverà mai e finirà nel calderone della Cianciulli, riconvertita anche lei in saponette e sanguinaccio. La catena di omicidi si interrompe con Virginia Cacioppo, ex cantante lirica, che vive struggendosi nel ricordo dei trascorsi successi. Leonarda le promette un ingaggio a Firenze, grazie all'aiuto di un suo fantomatico amante- impresario. Nel suo memoriale, "Confessioni di un'anima amareggiata", la serial killer commenta che i dolci preparati con il corpo della cantante erano i migliori perché “quella donna era veramente dolce”. Fu catturata per la curiosità della cognata della vittima, la quale aveva visto entrare Virginia nella casa della Cianciulli. Messa alle strette, Leonarda confessa i tre omicidi. Non solo: alla corte, che sospetta la complicità di Giuseppe (il figlio maggiore), offre una macabra dimostrazione. Si fa portare in obitorio e dà la prova che lei, una donna tarchiata di un metro e cinquanta, è in grado di smembrare e far sparire un cadavere in più o meno dodici minuti. Condannata a trent'anni di carcere e tre di manicomio giudiziario, viene stroncata nel 1970 da un colpo apoplettico. Una suora, che l'ha conosciuta in carcere, la descrive come una casalinga apparentemente mite, dedita alla preparazione di ottimi dolcetti, che però le altre detenute si guardavano bene dal mangiare. Come direbbe Lucarelli: paura, eh? Per chi ha lo stomaco forte, lascio una suggestiva ricostruzione video, condotta da Cinzia Tani.

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