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La sfida di LinkedIn: uno ‘share button’ per contenuti in target e di qualità

Da Kobayashi @K0bayashi

LinkedIn, il social network legato a doppio filo al mondo business delle imprese, ha annunciato pochi giorni fa il lancio del proprio share button, sulla scia degli analoghi pulsanti di condivisione di contenuti di Facebook, Twitter, Buzz e tanti altri ancora. Pulsanti che si vedono sempre più spesso sia nei grandi portali editoriali che nei piccoli blog personali anche per la facilità di implementazione: per inserirli tra le pagine del proprio spazio web, infatti, non serve nessuna grande capacità di programmazione ma è sufficiente copiare e incollare al posto giusto alcune linee di codice fornite dal servizio stesso.

linkedin_share_button

Lo “Share on LinkedIn”, però, prova a spingersi un po’ oltre rispetto al solito web sociale, dove la condivisione non è sempre sinonimo di qualità e dove ognuno interpreta alla sua maniera il ruolo di amplificazione di contenuti all’interno della propria rete di contatti: d’altra parte il serbatoio potenziale di 85 milioni di utenti globali, tra cui 4,2 milioni di dirigenti aziendali e 1,3 milioni di proprietari di piccole imprese (dati: piattaforma LinkedIn), impone per lo meno di provarci.

Ed è così, allora, che gli stessi curatori del social network provano ad alzare la posta:

we’d like to offer readers an effective way to share relevant professional content – news, thought pieces, white papers, or presentations on slideshare – with their business network on LinkedIn

Ovvero, in linea con lo scopo del sito, si mira a qualcosa di più del classico rilancio di immagini ironiche, meme o video musicali pescati chissà dove su Internet, cercando piuttosto di indirizzare gli utenti a scambiarsi le ultime novità in ambito strettamente business, delineando così ancora meglio la vocazione professionale di questo social network. Contenuti in target e di qualità: una sfida che sa quasi di mission impossible per chi è abituato a districarsi tra i milioni di stimoli di Facebook o Twitter, ma dalla quale dipendono probabilmente gran parte delle possibilità che LinkedIn faccia davvero fare il boom e si affermi come strumento indispensabile per chi lavora nel web e con il web.


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