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la Shoah dello Sport

Creato il 26 gennaio 2015 da Ghlucio @ghlucio
Dagli stadi ai campi di sterminio: la Shoah dello sport ha numeri spaventosi, sessantamila atleti persero la vita nei campi di sterminio secondo lo storico Sergio Giuntini (autore di Sport e Shoah, ed. Giuntini di Firenze) e di essi ben 220 erano stati campioni olimpici, mondiali e nazionali, star del calcio o dei ring, detentori di record e trofei internazionali. Qui raccontiamo la storia di Matthias Sindelar  moravo fieramente antifascista capitano della nazionale austriaca degli anni Trenta, il mitico Wunderteam, la squadra delle meraviglie, una delle più forti del mondo.
la Shoah dello SportScrive  Leonardo Coen, giornalista e scrittore"...esile ed armonioso nei movimenti, lo chiamavano il Mozart del pallone. La sua avversione per il nazismo fu fatale. Aveva rifiutato di giocare nella nazionale tedesca. Un affronto. Il 23 gennaio del 1939 lo trovarono senza vita nel suo appartamento, abbracciato alla compagna Camilla Castagnola, un'ebrea italiana. L'inchiesta fu archiviata in poche ore - avvelenamento di monossido di carbonio sarebbe stato l'esito autoptico. I due furono seppelliti in fretta e furia. Circolarono parecchie versioni, chi parlò di suicidio, chi di vendetta nazista. Si disse che Sindelar avesse qualche ascendenza ebraica, a rafforzare il mistero di una morte che sapeva di regolamento dei conti. Il campione che non si era piegato a Hitler e che aveva sfidato le leggi razziali.I nazisti, infatti, non gli perdonarono l'ultimo incontro con la maglia della nazionale, che fu anche l'ultimo incontro del Wunderteam: la disperata ed orgogliosa Anschlusspiel, la “partita della riunificazione” che si disputò tra Austria e Germania allo stadio Prater di Vienna il 3 aprile 1938. L'addio del Wunderteam. Dopo di che, i migliori giocatori austriaci sarebbero dovuti passare nelle file della nazionale tedesca che sperava di conquistare, con questo trucco, il titolo mondiale del 1938. Gli austriaci scesero in campo con una divisa inedita: al posto della maglia bianca coi calzoncini neri, indossarono una maglia rossa e i pantaloncini bianchi. I colori cioè della bandiera. Ed è proprio Sindelar, il capitano, a segnare il gol dell'1 a 0 al 70esimo minuto. In fin di partita arriva il raddoppio per merito dell'amico Karl Sesta, pure lui antinazista. Alla fine del match, secondo il protocollo imposto dagli organizzatori, i calciatori dovevano salutare le autorità naziste che erano in tribuna. Tutti i calciatori, compresi gli austriaci, fecero il saluto nazista.Tranne Sindelar e Sesta, gli autori dei gol. La Guerra incombe, ormai, e i maledetti semi dell'Olocausto stanno per germogliare l'inferno delle camere a gas, i massacri dei campi di concentramento, le atrocità di Eichmann e Mengele. Sindelar lo sapeva. Un giorno, incontrando Michael Schwarz, presidente dell'Austria Vienna rimosso dalla carica perché ebreo, Sindelar gli disse: “Il nuovo Führer dell'Austria Vienna ci ha proibito di salutarla, ma io vorrò sempre dirle buongiorno ogni volta che avrò la fortuna d'incontrarla”. da Gariwo, La Foresta dei Giusti

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