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La sinistra ha perduto le sue parole

Creato il 20 settembre 2014 da Speradisole

LA SINISTRA HA PERDUTO LE SUE PAROLE

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La prima cosa che viene da pensare della sinistra durante l’ultimo ventennio è la paura: paura del cambiamento, paura del futuro, paura delle incognite che il futuro può riservare, paura di dire qualcosa di sinistra, cioè di dire qualcosa che possa incidere nel futuro, anche un piccolo pezzo di futuro, immaginato come più equo e migliore. E questa paura è per la sinistra un indugio mortale, pigrizia conservatrice. La paura del futuro, e per dirla come Michele Serra: “la sinistra dà l’impressione di aver trascurato apposta i suoi doveri e i suoi compiti, pur sapendo bene quali fossero, per viltà o per opportunismo. O peggio, la sua funzione storica si è esaurita non per calcolo ma per inettitudine, per totale smarrimento”.

Ogni pigrizia conservatrice, dentro la sinistra e dentro le sue parole, parla prima di tutto di quella paura. Compresa la paura di sbilanciarsi, di dire cose azzardate, di sembrare stravaganti o ingenui o imprecisi. La paura dell’errore intellettuale.

Proprio la modernità, la società dei consumi di massa ha letteralmente spaventato la sinistra, tanto da suscitare al suo interno forti pulsioni conservatrici. Più che l’impulso a progettare “un altro cambiamento”, ha pesato l’impulso a proteggersi da quello in corso. Ne è nata una sinistra-ossimoro, conservatrice e terrorizzata dai mutamenti in atto. Ed è soprattutto per questo, che è così difficile dire “qualcosa di sinistra”: perché la sinistra ha perduto le parole del cambiamento, a partire dalla parola “cambiamento”. E dunque ha perduto le sue parole.

Ecco perché Renzi fa paura alla sinistra, viene tacciato di essere come Berlusconi se non peggio. Ecco perchè i sindacati si affannano, a prescindere, a fare scioperi, a protestare in modo anche molto disorganizzato, perché hanno paura che qualcosa cambi in peggio – dicono –  mentre dovrebbero affrontare il cambiamento con lo spirito di dire “finalmente in questo paese si può fare meglio e di più per chi non ha lavoro”.

Si può fare se esiste la volontà di collaborare, di pensare ad un miglioramento per tutti e non a trincerarsi dietro bandiere conservatrici o a permalosismi incomprensibili.

La partita non si gioca mai in un campo predeterminato. Si gioca su idee e proposte che riflettono i tempi e i problemi e che offrono soluzioni il cui costo deve essere chiaramente esposto. Sono idee e proposte che ridefiniscono continuamente lo stesso campo di gioco e le mentalità dei giocatori. La sinistra è movimento. E’ sapere allargare il campo, a sinistra e al centro.  Convincere per vincere (e governare).



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