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La Siria che ho amato part 4

Da Chiosaluxemburg @ChiosaLuxemburg

Il silenzio, il mistero della spiritualità, l’accoglienza, il dialogo tra religioni.
Tutto questo ricordo di un luogo speciale. Uno di quei luoghi che forse gli occhi scoprono una volta sola nella vita. Uno di quei luoghi in cui ti senti infinitamente piccolo. Un luogo che spero, un giorno, di ritrovare intatto.
Deir Mar Musa è un monastero situato nel deserto siriano, a circa 80-100 km di macchina da Damasco. Questo luogo di devozione, di dialogo islam-cristiano esiste grazie alla volontà di un grande uomo, il gesuita padre Paolo Dall’Oglio.
Chiunque arrivi fino a questa comunità, un cristiano, un musulmano, un semplice curioso, un pellegrino, un non credente o chi, come me, vorrebbe forse poter incontrare un po’ di più la fede, è accolto con la massima semplicità. Tutti entrano a far parte della quotidianità del monastero, della preghiera, della privazione, del lavoro.
La macchina vi lascia ai piedi del promontorio da cui inizia il sentiero per arrivare al monastero. Una volta arrivati in cima si è colti, o almeno questo è capitato a me, da un iniziale momento di imbarazzo. Mi sono sentita quasi fuori luogo. Mi sono sentita come un ospite lasciato improvvisamente solo in una casa altrui vuota. Qui non si viene trattati da turista, o da ospite servito e riverito. In questo posto si diventa parte integrante della vita del monastero. Si condividono l’acqua, il cibo, i lavori quotidiani, il sonno.
Spero col cuore che un giorno, non troppo lontano, possiate andare a vedere anche voi, con i vostri occhi, la magia unica di questo posto.
Dormire per terra, insieme ad altre persone di tutto il mondo, donne con le donne e uomini con gli uomini, nel silenzio del deserto roccioso che lo abbraccia, nella semplicità, è un privilegio che non tutti hanno nella vita.

Io, per due giorni, sono stata una tra questi privilegiati.
E per darvi un’idea di cosa significhi quel luogo, oltre alle mie foto pubblico un breve (e bel) video trovato per caso su youtube. Sarei felice se lo guardaste. Quella è l’atmosfera che ho respirato. Quella è la spiritualità dalla quale sono rimasta pietrificata. Quella è la voce di Padre Paolo.

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