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La situazione di Santa Croce al Chienti e della chiesetta attigua - di Manfredo Longi

Creato il 07 maggio 2013 da Laperonza

 

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Ricevo il seguente intervento di Manfredo Longi dell’associazione “Santa Croce” di Sant’Elpidio a Mare come commento al mio precedente articolo E intanto a Santa Croce entra qualcuno… e lo ripubblico come articolo a sé stante perché credo sia giusto dargli il dovuto rilievo. Naturalmente l’appello con cui Manfredo chiude il suo intervento è, da parte mia e dell’Archeoclub Montegranaro che presiedo, accolto e rilanciato alle altre associazioni del territorio che si occupano della materia e agli assessori comunali e provinciali della cultura e del turismo.

Luca Craia

La piccola chiesetta agreste nello spazio dell'antica abazia di Santa Croce al Chienti non ha pregio artistico ne storico. Ha però rappresentato un luogo di incontro per le tante famiglie contadine della campagna tra l'Ete e il Chienti fino alla metà del secolo scorso. Poi le campagne si spopolarono e molta gente abbandonò il lavoro dei campi per quello ritenuto più remunerativo della fabbrica. Non più utilizzata come piccolo tempio la struttura divenne magazzino e ricovero per animali. Poi l'abbandono più totale e le stato di degrado che è diventato sempre più "evidente" e inesorabile. Qualche anno fa in occasione di alcune manifestazioni abbiamo dato una ripulita dalla erbacce e per quanto possibile da un pò di immondizia. La struttura è pericolante...abbiamo in via informale chiesto ai tecnici che stavano restaurando la vicina basilica, cosa occorreva fare per metterla in sicurezza, renderla fruibile ed un eventuale costo dell'operazione. Non basta un intervento leggero sia dal punto di vista tecnico-strutturale sia anche in termini di costi. La porta di ingresso viene regolarmente sfondata e dentro ci hanno fatto un pò di tutto: immondezzaio e addirittura, qualche anno fa, anche delle messe nere o qualcosa di simile visto quanto hanno lasciato. Lo stato della piccola struttura non è per niente buono. Ma è anche vero che non può essere lasciata in quello stato. Potrebbe essere recuperata nell'ottica di un possibile futuro utilizzo legato a quanto si vorrà fare su quell'area tanto importante dal punto di vista artistico, storico e naturalistico.

Per quanto riguarda invece la Basilica Imperiale di Santa Croce, di cui tutti conosciamo il valore storico e artistico, i lavori di restauro sono da tempo terminati. L'immobile è di proprietà privata ma oggi quello che è vergognoso è che ancora non venga aperta al pubblico, ricordando che sono stati spesi tre milioni di euro (non seicento) arrivati dallo Stato e quindi soldi pubblici. Addirittura è avvilente vedere crescere intorno erbacce e arbusti:l'abbandono che avanza. Assurdo! C'è l'Associazione Santa Croce che sta "lottando", anche la stampa locale da una mano ma ancora al momento la situazione è quella che avete potuto constatare. Mi auguro che quanto prima ci sia l'agognata svolta. Durante il restauro e lo scavo di quella che si pensava fosse una cripta è venuto fuori che la chiesa è stata costruita su un a preesistente basilica cristiana del V ° secolo, la struttura superiore è del periodo cistercense ma ha subìto pesanti manomissioni dal XVIII secolo in poi. Il restauro ha restituito dignità alla struttura e ci fa immaginare quello che poteva essere nel periodo aureo. C'è un bel video realizzato dal Comune di Sant'Elpidio in cui si può apprezzare la bellezza di questa eminenza storico-artistico del nostro territorio immersa in una splendida campagna. Lottiamo insieme, in tanti affinchè possa essere goduta da tutti.

Manfredo Longi

 


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