Magazine Diario personale

La soglia

Da Scriptomanti

La soglia


Mancavano trenta minuti al raggiungimento della soglia.

Pochi, per non dire nessuno, avevano compreso che cosa sarebbe successo quando gli orologi di tutto il mondo avrebbero raggiunto la tanto temuta ora X. Gli scienziati avevano calcolato il calcolabile utilizzando algoritmi incomprensibili, i politici avevano tenuto patetici discorsi alle nazioni prima di fuggire nei rifugi antiatomici e i religiosi avevano radunato torme di fedeli, compresi coloro che non recitavano una preghiera dai tempi del catechismo.

La ragazza pigiò il pulsante del registratore e disse con voce traballante: "È giunta l'ora. È tempo per tutti di giocare con la propria vita: rompendone i pezzi, miscelandone i colori e alternandone i percorsi. Le regole sono saltate e ognuno si prende la rivincita che da troppo tempo ha soltanto programmato. Alcuni danno libero sfogo alle pulsioni represse per decenni, altri sputano insulti, altri ancora corrono a rimediare vecchi dissidi sentimentali, sperando di cancellare quella singola parola di troppo che ha rovinato tutto, tanti anni prima. Ho visto gente cantare per strada mentre altri si masturbavano. Ho visto persone buttarsi dai piani alti dei palazzi mentre altre rubavano portatili da un negozio di elettronica dopo averne sfondato le vetrine a sassate. L'approssimarsi della fine rende tutti più sinceri, perché non ha più alcun senso mentire a sé stessi.››

Non ci sarebbe stato un domani.

Nessuno ha mai visto prima ciò che sta accadendo, nessuno ha mai avuto la possibilità di descriverlo.

Non ci sono le parole giuste, nessuno le ha create.

senza interferire, permettendo ai secondi e ai minuti di andarsene, inesorabili.

Non riesce a trattenere nulla.

"Perché così tanto?" chiede.

"Cosa stavo aspettando!" grida, sconvolta.

"Sono qui!›› urla Eve. "Eccomi!››

La casa cantoniera è già preda dei singulti tellurici del pianeta. Le mura si stanno sbriciolando.

Eve non riesce a vedere bene, colpita da fitte sferzate di grandine e pioggia. I tuoni coprono le sue grida, ma lei non si dà pace. Chiama ancora e ancora, senza requie, fino a quando la sua gola è ruvida, scorticata. Poi la frustrazione s'impossessa di lei, donandole il coraggio di ignorare la furia degli elementi e la forza di oltrepassare la soglia della casa in rovina.

"Dove sei?" domanda la ragazza, sguazzando nella fanghiglia che ha investito il vecchio edificio.

Eve vorrebbe chiamarlo. Vorrebbe urlargli di aspettarla, ma si rende conto che è troppo tardi.

nel presente del futuro di ieri.

Camminerà fra le ceneri della fine, molto tempo dopo il raggiungimento della soglia?

Una scintilla di verginità nel baratro della fine, invitante come un foglio bianco, purissimo.


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