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La sottoscritta... nata a... il....

Da Contofinoa3
Scrivo qui e pubblico in rete; in realtà a me sembra di scrivere in modo intimo, le mie opere-parole e omissioni. Per questo non mi piace quando gli amici (reali e non virtuali) mi parlano del blog...  E per questo sono giorni che spero di farcela a passare da qui. Mettere in fila le idee, nella speranza di riordinare caos e priorità. I bimbi crescono.  I tre turulli piccoli sono nel mezzo dell'ultimo anno di scuola materna.  E questa volta non commetto gli stessi errori fatti con Franci; prestare molta attenzione a questa fase come cura preventiva per l'inizio di questa deludente scuola dell'obbligo. Davide si sta appassionando al disegno, inteso a modo suo. I suoi lavori, benché non perfettamente verosimili, a me piacciono tantissimo! Una indiscutibile sua interpretazione del corpo umano, nonché delle case e delle cose. Rispecchia in tutte le ciò che fa, la sua personalità impaziente: non si sofferma a lungo, guai a star troppo fermi, meglio non provare piuttosto che faticare. Così con le maestre, dopo lungo colloquio, fissiamo alcuni paletti per la sua preparazione e il suo comportamento. Ascolta poco… e, ammetto, i suoi amichetti “grandi” a me non piacciono un granché… Ale è sotto pressione, da un punto di vista scolastico, se così possiamo dire, e da un punto di  vista emotivo. Come suggeriscono le maestre, occorre prepararlo; lo sappiamo, è un bambino estremamente sensibile… e appena a scuola lo richiamano, piange.  Non specifico quello che accade a casa: è uno stronzetto, cerca l’attenzione di tutti facendo dispetti grandi e piccoli… Non so proprio immaginare come farà il prossimo anno un bambino che lecca e bacia mani e faccia a tutti quelli che gli passano accanto…Al secondo giorno di scuola elementare, tornerà a casa con un occhio nero… Chiara risponde già come le adolescenti rompipalle… Scrive e smania per crescere e fa bene; a cinque anni compiuti (ma non vissuti, essendo prematura) ha già perso due denti. Francesco è diventato un ometto; riesce a tenere i ritmi della seconda elementare… a scuola non è circondato da bambini con cui sente grandi affinità… a volte non ha voglia… però percepisce l’affetto e la stima delle maestre e questo è importante; noi lo gratifichiamo e cerchiamo di trasmettergli la gioia che proviamo per le sue conquiste. Non è un “primo della classe”, non sembra averne alcuna intenzione e capacità, non ha trovato ancora l’interesse-sport-argomento che lo manda in delirio per l’entusiasmo. Sebbene a volte molto stanco, ci sembra che stia bene… Ha iniziato catechismo e l’oratorio è diventato un luogo di gioia e famigliarità. L’insieme dei quattro continua a essere un delirio; Davide cerca di emulare Franci, Ale cerca di essere centrale, Chiara protesta… tutti pesano i grammi di mamma che riescono giornalmente a mangiare, paragonandoli ai grammi del vicino. Ognuno di loro ha i propri amichetti, si cerca di diversificare lo sport… Ognuno di loro vuole raccontare per primo, essere ascoltato per primo, fare per primo. E io do i numeri… Perché è un meccanismo che si complica sempre più… La mia cura di antidepressivo è interrotta ormai da qualche settimana; e con Danilo bloccato a letto da due settimane per ernia alla quinta vertebra, il mio stato d’animo è proprio tanto turbato; molto difficile spiegare. Alcune reazioni sono fuori controllo, così come lo è la capacità di regolarizzare il sonno e di controllare il pianto. Sono sottoposta nuovamente a scariche di ira… Chi non sa, giudica con estrema facilità. Non appare controllabile; uno stato emotivo che non pare controllabile. E ovviamente i primi a subire sono i turulli e Danilo. Ma poi, al fondo, ci sono anche io.  Che con la cura dei miei amori sono appagata… benché la testa, alla fine, desidera altro ancora… Vorrei portare qualche soldo a casa… Non per avidità ma per "ricompensa".  Lo vorrei per tutti noi e per chi ci sta vicino. Ci sono anche le passioni: vetrini, fotografia… Circondata da bigliettini con schizzi, appunti e idee, sul comodino, nelle tasche, nell'agenda… Smetto di rispondere al telefono e aspetto che questo senso precario di incapacità e fatica mi lasci in pace.

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