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La Stampa: Amandola, non e' razzismo

Creato il 02 dicembre 2012 da Ilazzaro @Ilazzaro

La Stampa: Amandola, non e' razzismo

 

Cosi Lorenzo Mondo in un editoriale su La Stampa.

La battuta ha scatenato un putiferio e mamma Rai, inusitatamente severa, ha pensato bene di intervenire, prima con la sospensione e poi con il licenziamento in tronco del giornalista. Una cannonata contro una mosca. A un insulto particolarmente sgradevole si è risposto con un atto che, per la sua sproporzione, finisce per diventare ingiusto. Intanto perchè sembra dettato dall’ossequio a un «politicamente corretto» che vede spesso il razzismo anche dove non c’è. Razzismo è parola che si accompagna a un sentimento di sacralità. Stenterebbero a riconoscerlo nel caso in oggetto, tanto per dire, qualche superstite di Auschwitz o i cristiani perseguitati di Pakistan e compagnia islamica. Mentre qui si tratta semmai della sopravvivenza di rozzi pregiudizi o, più semplicemente, di una ammiccante sintonia con il linguaggio più becero degli stadi.  

Ed ancora riferendosi alla frase di Amandola: Una perentoria e abusiva supposizione di razzismo, una ironia che non riesce a distinguersi dal plauso.

 Comprendiamo la difesa di categoria , ma mi creda dottor Mondo, Amandola e' stato vittima di se stesso e di una tendenza all'impunita' a decine di anni di costanti e continue offese (razziste) nei confronti dei meridionali.

 Addurre e derubricare a  "cori da stadio" cert affermazioni non possono giustificare un comportamento discutibile. Molto discutibile.

Come si lo stadio fosse la terra di nessuno dove le invocazioni al Vesuvio e le esternazioni di razzismo territoriale possono trovare dimora. Caro Dottor Mondo, oltre al razzismo nei confronti di una razza, esiste anche quello di natura territoriale. Che poi e' il medesimo dei cartelli "non si affitta ai meridionali". E' il medesimo razzismo che esiste anche nei confronti dei generi sessuali ( mai sentito parlare di omofobia?). E mi creda, a differenza di quello che lei sostiene, noi lo riconosciamo benissimo.Giustificare certe esternazioni (o ridurle a linguaggio becero), vuol dire ridurre sempre a lusus, comportamenti razzisti nei confronti dei nostri figli. Dei figli dei terroni.Vuol dire porre in essere misure legislative che risultano sempre diminutive per una parte del paese (ha mai sentito le intercettazioni di quegli imprenditori del Nord che spedivano rifiuti tossici al sud con la giustificazione che "tanto quelli sono sempre vissuti nella monnezza"?)  Ha sentito del caso di quel bambino che, a Treviso, veniva discriminato, insultato come puzzolente dai compagni di classe, perchè figlio di napoletani?Le allego il video dell'intervista alla madre, dove potra' ascoltare e divertirsi con la giustificazione della docente. O forse trova giustificabile anche il fatto che recandoci allo stadio i nostri figli debbano chiederci per quale motivo loro puzzino, dovendosi sentire in una condizione di minorita' rispetto a lor signori che invece profumano? Sono convinto che anche lei, trovi intollerabile tutto cio'. Quella di Amandola non e' soltanto una frase sgradevole ( e poi dovrebbe essere la percezione della vittima a qualificarla, non crede?) Non esiste una gerarchia di razzismi. il razzismo è un comportamento ingiustificabile intollerabile e stupido. E quello nei confronti dei meridionali per ,troppo tempo taciuto, è razzismo. Non becero coro da stadio o pregiudizio. Ne' tanto meno una barzelletta.Amandola, che probabilmente, come anche lei sostiene, verra' reintegrato e cui personalmente auguro di trovare al piu' presto lavoro,forse paga (per tutti) 20 anni di comportamenti ed insulti leghisti che ancora perdurano.Salvini: "senti che puzza scappano anche i cani stanno arrivando i napoletani.."Galli: "forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili".O l'ultimo di quel consigliere leghista (di cui ignoro il nome) che aveva inquadrato Palermo nella più ampia nazione africana ?  Tutti questi casi vengono poi archiviati come scherzo. Come un pavido "siamo stati fraintesi non volevamo intendere questo". Una giustificazione persino peggiore dell'affermazione iniziale, che sa di beffa.  Barzellette e beffe, che restano tatuate per sempre sulla nostra pelle e la nostra dignita'. Caro dottor Mondo, noi di tutto questo siamo stufi. In qualsiasi altro paese civile come gli Stati Uniti, l'affermazione di Amandola (pregiudizievole e becera come sostiene anche lei) contro nativi americani, afroamericani ed  ebrei, avrebbe sortito la medesima sorte. Ci auguriamo che questo provvedimento sia da esempio soprattutto verso taluni settori della politica, e restituisca a noi meridionali (emigrati e non) la dignità e il non dover sempre spiegare ai nostri figli che per taluni siamo figli di un dio minore. Ecco a cosa conducono certe affermazioni. Per un operatore della comunicazione, nell'era della comunicazione, come comprendera', non si tratta di uno scivolone. Ma di un'aggravante. E se non ci fossero stati blog e social network, anche questa volta, l'insulto, sarebbe passato in cavalleria. 

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