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La stanza dell’autocostruzione -1- Jos Lures

Da Pietroinvernizzi

Jos LuresIniziamo oggi una nuova serie di interviste (molte altre nella sezione De Rerum Pesca).In particolare intervisteremo autocostruttori di minnow italiani. L’ordine delle interviste non seguirà una particolare logica, ma rispetterà più o meno l’ordine con cui questi artigiani e artisti ci hanno risposto. Alcuni, come Paolo “Jos”, lo conosciamo ed appreziamo direttamente, altri saranno nomi noti dell’autocostruzione che speriamo di conoscere presto di persona. L’Anonima ogni settimana vi porterà i loro pensieri, la loro esperienza, i consigli ed i loro contatti!  Chi di voi non ha mai pensato di costruirsi le proprie esche? Chi, tra coloro che già autocostruiscono, non è curioso di conoscere i “colleghi”?Jos LuresMi chiamo Paolo, nick Jos. Ho 48 anni e abito in provincia di Torino a una 30ina di km dal capoluogo. Sono un solitario (o se preferite un asociale) quindi non faccio parte di nessun club, e anche a pesca vado spesso da solo.

1.Da quanto peschi?
Da quando avevo 6 anni, ma ho interrotto per un lungo periodo, ho ricominciato nel 2010

il primo artificiale di Jos

il primo artificiale di Jos

2. Quando hai iniziato a costruire? Ti ricordi la tua prima creazione?
Nel 2010, quindi mi considero un neofita. Certamente la ricordo, purtroppo l’ho persa, ma ho ancora una foto.
3. Perché hai iniziato ad autocostruire?
Perché catturare con un’esca autocostruita mi dà molta più soddisfazione. Già intorno ai 12 anni mi costruivo le mosche e adesso sto ricominciando anche a trafficare con piume e morsetto.

4. Quando peschi che tecniche pratichi, dove e rivolte a che pesce?
Spinning soprattutto, e mosca. Prevalentemente a trote, ma mi piacciono tutti i predatori.

 5. Qual’è il tuo più grande vizio?
Probabilmente la pigrizia.

6. Qual’é il materiale che ami di più? E quale tecnica di costruzione?
Uso prevalentemente il legno di samba, e il sistema degli anellini avvitati.
7. Nel corso degli anni produttori e tecnologie hanno migliorato molto le nostre attrezzature da pesca, per te qual’è stata la novità più utile e rilevante?
Tutte. Nel senso che dopo una quindicina d’anni d’astensione, se non di più, (Anni in cui si è dedicato alla canoa fluviale agonistica ad alti livelli. N.d.R.) per me è tutto una novità. Tre anni fa ho iniziato a usare i minnow, mentre una volta usavo solo rotanti e ondulanti, e così ho cominciato a costruire pesciolini; ultimamente ho scoperto le esche di superficie, soprattutto wtd, e ho cercato di capirne il funzionamento e come farli,  mi sto mettendo alla prova con le swim bait. Finora sono stato fortunato, perchè quasi tutti i modelli che ho costruito mi hanno regalato catture.

8. Qual’è l’elemento che conta di più nel successo di un artificiale? Colore e realismo, equilibrio dei pesi e vibrazioni, forma e sua idrodinamica?
A mio avviso l’estetica e il realismo non sono determinanti. Naturalemente quando costruisco un artificiale cerco di farlo esteticamente il più gradevole possibile, ma per un piacere personale, sono convinto che i particolari “belli” e curati influiscano pochissimo sul potere catturante. Per me quello che conta è come l’esca lavora. Il movimento, l’assetto, le vibrazioni che produce. Cerco di produrre artificiali gradevoli anche da vedere, ma bado soprattutto alla sostanza. Penso che l’artificiale più riuscito sia quello che unisce alla maggior semplicità il maggior potere adescante. In questo senso i vecchi ondulanti sono ancora insuperabili.

9. Ci descrivi i principali processi/fasi della costruzione di un tuo artificiale?
Disegno dalla dima, sagomatura del grezzo, alloggiamento per la paletta (se necessaria), sgrossatura, piombatura e stuccatura, rifinitura, fissaggio degli anellini, impermeabilizzazione, decorazione della livrea, occhi e finitura con resina epossidica. Questo per un artificiale base, poi ci sono varianti a seconda dei modelli, snodi ecc…

10. Quanto tempo dedichi all’autocostruzione e quanto alla pesca?
Non so… comunque tutto quello che posso in questo periodo. Ho la fortuna di avere un lavoro che mi consente di ritagliarmi parecchi spazi, e ne approfitto, finché posso.

Paolo Jos con una splendida regina

Paolo con una splendida regina targata Jos Lures

11. Cos’è per te la pesca e cosa significa per te costruire esche?
La pesca con esche artificiali è un gioco d’astuzia, un elegante inganno, sfidare il pesce sul suo terreno, indurlo ad attaccare facendo leva sull’istinto. Per questo mi piace la pesca in caccia ai predatori. E poi, il contatto con la natura, immergersi in un ambiente magico e possibilmente selvaggio. Se è l’esca che ho costruito con le mie mani, che prende vita in acqua e riesce a ingannare il pesce, la magia è completa.

12. Qual’è la tua marca di esche artificiali presente sul mercato preferita?
Sinceramente non saprei, non sono un esperto del mercato e non acquisto molti artificiali. Da amante delle cose semplici e concrete sono un estimatore dei rotanti martin e degli ondulanti ardito.

Paolo Jos e una grande marmorata

Paolo Jos e una grande marmorata con suo minnow

13. Qual’è il tuo sogno di costruttore di esche?
Forse l’ho già realizzato questa primavera quando ho catturato la trota della vita con una mia creazione.

14. Se potessi scegliere un altro costruttore a cui affiancarti, presente o passato, il più bravo, chi sarebbe?
In Italia ci sono ottimi costruttori ed io non li conosco nemmeno tutti. Penso che Cobra sia un pioniere e tutt’ora uno dei più capaci, personalemente gli devo molto, le tecniche che uso le ha messe a punto quasi tutte lui.

15. Quali sono, nell’ordine, i primi materiali e attrezzi che consigli a chi vuole iniziare ad autocostruire? E con quale imitazione partire?
Per cominciare basta veramente poco, se si lavora la balsa anche solo un seghetto, un cutter, un po’ di carta vetro. Per la samba può far comodo la levigatrice o il platorello, ma può bastare anche una raspa. Una morsa è sicuramente d’aiuto. Idem per un trapanino tipo dremel, ma non è strettamente indispensabile. Poi ci vuole il cavetto d’acciaio, pinze a becchi tondi e piatti, stucco, colla cianoacrilica, resina bicomponente, turapori o altro fondo, qualche bomboletta… questo per cominciare, poi qualche attrezzo più sofisticato può essere sicuramente d’aiuto.

16. Che consigli daresti a chi si avvicina all’autocostruzione?
Non farsi intimorire dalle prime difficoltà. Buttarsi e provare. All’inizio può essere complicato, ma dopo un po’ i miglioramenti arrivano.

Per contattare Paolo Jos e le sue creazioni:

http://www.facebook.com/JosLures

( Se sei un autocostruttore di esche artificiali e vuoi partecipare a questa serie di interviste, rispondi alle domande scrivendoci ai nostri “Contatti” )

La stanza dell’autocostruzione -1- Jos Lures
La stanza dell’autocostruzione -1- Jos Lures
La stanza dell’autocostruzione -1- Jos Lures

Paolo Jos e una grande marmorata

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La stanza dell’autocostruzione -1- Jos Lures
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La stanza dell’autocostruzione -1- Jos Lures

Paolo con una splendida regina targata Jos Lures

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La stanza dell’autocostruzione -1- Jos Lures
La stanza dell’autocostruzione -1- Jos Lures


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