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“La stella nera di New York” di Libba Bray

Creato il 27 giugno 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Gabriella Parisi

Cari lettori, oggi vi presentiamo il primo romanzo della quadrilogia di The Diviners di Libba Bray, La stella nera di New York, pubblicato da Fazi a ottobre 2012, un romanzo per Young Adult (è pubblicato nella collana Lain) che anche i lettori adulti troveranno molto intrigante, intelligente e ben costruito.

Recensione “La stella nera di New York” di Libba Bray
Autore: Libba Bray Titolo: La stella nera di New York Serie: The Diviners #1 Titolo originale: The Diviners Traduzione di Donatella Rizzati Casa Editrice: Fazi Collana: Lain Pagine: 585 Prezzo: € 14,90 rilegato € 6,99 e-book Data pubblicazione: 11 ottobre 2012 Trama: New York City, 1926. I vetri dei grattacieli risplendono dei bagliori di mille feste animate da balli sfrenati a ritmo di charleston e dal tintinnio delle perle sui vestiti luccicanti. L'alcol scorre a fiumi nonostante i divieti e, a giudicare dall'effervescenza di Manhattan, il mondo sembra destinato a un futuro radioso. È qui che in seguito all'ennesima eccentricità viene spedita dai genitori l'irriverente Evie O'Neill, una ragazza dell'Ohio che non aspetta altro che tuffarsi tra le infinite possibilità offerte dalla metropoli. A ospitarla è lo zio Will, un professore, parente dei Fitzgerald, che dirige il Museo Americano del Folklore, delle Superstizioni e dell'Occulto, detto anche Museo del Brivido: un luogo magico dal fascino decadente, che custodisce nelle sue teche e tra i suoi bui corridoi le tracce del retroterra misterioso dell'America. Ma quando lo sfolgorio della città viene oscurato da una serie di delitti a sfondo esoterico, New York precipita in un vortice di paura ed Evie, che da subito assiste lo zio nella consulenza alla polizia, è chiamata a collaborare alle indagini, anche per quel suo dono di vedere il passato delle persone toccando un oggetto a loro appartenuto. Muovendosi tra fumosi jazz club e bassifondi urbani, scintillanti negozi e sale spettrali, la ragazza s'inoltrerà insieme a molti compagni di strada in un gorgo di eventi evocato dal passato, e che nel passato dovrà essere ricacciato, pena il sopravvento di un antico male oscuro.
RECENSIONE La ricostruzione dell'America dei ruggenti anni '20 di Libba Bray è precisa e dettagliata. Ci troviamo in un Paese che si sta riprendendo da una guerra con migliaia di morti. Una guerra combattuta al di là dell'Oceano, da cui tanti giovani non sono più tornati. Una guerra che ha fatto cambiare la concezione della vita ai giovani che sono rimasti, in particolare quelli che hanno perso i propri cari al fronte. Davanti alla morte, quei ragazzi erano tutti uguali; non importava il loro ceto sociale o il colore della loro pelle. Così sfidare le leggi del proibizionismo, cercare il divertimento sfrenato nelle feste clandestine, vivere – a soli diciassette anni – come se non ci fosse un domani, è un gesto di ribellione.

Recensione “La stella nera di New York” di Libba Bray

Evie O'Neill

Ecco perché la ‘maschietta’ Evie O'Neill cerca di afferrare dalla vita tutto quel che essa le offre. Lei ha subìto nella Grande Guerra la perdita dell'adorato fratello James, restando per sempre nella sua ombra agli occhi della madre. La vita in Ohio le sta stretta, anche perché Evie ha scoperto di avere delle doti paranormali, che le consentono di vedere, attraverso un oggetto, nel passato di chi lo ha posseduto. È una divinatrice e questo suo potere la rende diversa e scomoda, suscita diffidenza e, perciò, deve essere tenuto nascosto. Evie verrà mandata a New York dallo zio Will, direttore del Museo Americano del Folklore, delle Superstizioni e dell'Occulto, detto anche Museo del Brivido, proprio in un periodo di grave crisi: in città, infatti, un omicida compie delitti efferati seguendo un rituale macabro che fa pensare a qualche società occulta. Per questo motivo la polizia chiede la collaborazione proprio dello zio Will.

Recensione “La stella nera di New York” di Libba Bray
Questo romanzo pullula di personaggi positivi e negativi, realistici e soprannaturali. La Bray gestisce questa piccola folla con maestria, facendoci analizzare da vicino ciascuno di loro, dipingendolo in ogni minimo dettaglio, grazie a piccole sotto-trame avvincenti al pari della trama principale. Sono gli anni in cui si 'gioca' con le tavole ouija, con le sedute spiritiche, ma questi omicidi fanno capire che c'è ben poco da giocare. Eppure Evie, con il coraggio dell'incoscienza dei suoi diciassette anni, vive il pericolo quasi come un gioco.

Recensione “La stella nera di New York” di Libba Bray

Jerico Jones

La Bray affronta l'argomento della diversità, in molte sue forme. I divinatori sono diversi, speciali, ma devono tenere nascoste le loro doti; Mabel è diversa nell'essere se stessa e nel non volersi uniformare alle altre ragazze della sua età; Henry nasconde la sua omosessualità. A questo proposito è interessantissima la sotto-trama di Jerico Jones, in cui ho intravisto una sorta di retelling moderno di Frankenstein di Mary Shelley con diversi sviluppi, perché il mondo è cambiato, e certamente non tutti, ma persone come Will e Evie sono pronte ad accettare un'aberrazione della natura, o meglio, dell'uomo, e a rispettare i suoi sentimenti.

Recensione “La stella nera di New York” di Libba Bray
Gli omicidi fanno pensare a sette religiose intolleranti, al Ku Klux Klan, a coloro che difendono una razza pura, come il Movimento eugenetico, davvero esistito in America dal 1907 al vicino 1973. In realtà John "il Malvagio" Hobbes si rivelerà essere qualcosa di differente, lontano da queste entità reali, eppure così vicino, predicando un fanatismo religioso che condanna gli eccessi e i vizi, pur servendosene per i suoi fini, perché si sente al di sopra degli altri nel compimento della sua "missione". John Hobbes avrà la sua fine, o forse no, non ve lo rivelo per non incorrere in spoiler. Ma pensiamo che in quegli stessi anni in Europa si stava facendo strada verso il potere un uomo ben più reale e temibile di John Hobbes, un uomo che sterminò in modo altrettanto crudele milioni di esseri umani, un uomo che come John Hobbes si sentiva investito di una "missione" e non si faceva scrupolo dei mezzi adoperati.

Recensione “La stella nera di New York” di Libba Bray

Memphis Campbell

La stella nera di New York si conclude dopo oltre 500 pagine che si leggono tutte d'un fiato. Pur non essendo un autoconclusivo, la Bray non ha lasciato nulla – o quasi – in sospeso. Sarà quindi una piacevole sorpresa scoprire cosa ci riserverà il secondo romanzo della serie. Sarà ancora Evie la protagonista? Risolverà un altro caso poliziesco nel campo dell'occulto grazie alle sue speciali doti, o sarà una sorta di spin-off in cui un altro divinatore assumerà il ruolo principale? Io, per parte mia, non vedo l'ora di immergermi nella prosa fluida e incisiva di Libba Bray.

Recensione “La stella nera di New York” di Libba Bray
L'AUTRICE Libbra Bray (11 marzo 1964) è una scrittrice statunitense, autrice della trilogia di Gemma Doyle (Una grande e terribile bellezza – 2003, Angeli Ribelli – 2005 e La rivincita di Gemma – 2007), tutti e tre pubblicati in Italia da Elliot Edizioni. Attualmente vive a New York con il marito. La sua storia fu segnata dal divorzio dei genitori e da un terribile incidente che da quando aveva 18 anni l'ha costretta a continui interventi chirurgici. La stella nera di New York è il primo romanzo della quadrilogia di The DivinersSito Autrice Le immagini dei personaggi sono tratte dal sito del libro


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