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La stufa e il barbiere

Da Superpantah
LA STUFA E IL BARBIERE
In questo mese di dicembre che come tutti i mesi di dicembre mi lascia poco spesso libero dal lavoro, ieri anche io avevo il mio giorno di riposo: l'ultimo intero prima di Natale. C'era anche lo sciopero dei distributori di benzina e avrei potuto usarlo come alibi, dato che avevo il serbatoio quasi vuoto e la moto ferma in garage forse da un mese e la revisione da fare. Invece ho deciso che mi sarei forzato e avrei vinto la sfida con il freddo: l'altro ieri sera mi sono bardato come un palombaro e sono andato in paese a fare il pieno prima che scattasse lo stop dei benzinai. Freddo cane, soprattutto alle gambe nonostante i sottopantaloni termici, ma il peggio è stata la visiera del casco completamente appannata e anzi fradicia di condensa dopo un chilometro dalla partenza: avevo pensato di fare un giretto prima di rientrare, ma è stato meglio lasciar perdere.
 LA STUFA E IL BARBIERE
Ieri mattina mi sono alzato di buon'ora e, vinte le lusinghe della stufa a pellet di cui sopra, installata da due settimane e grazie alla quale si riesce finalmente ad avere anche in casa mia una temperatura che non sia polare, ho deciso di partire. La prima cosa è stata mettere l'interno imbottito nei pantaloni: non era stato un caso se la sera prima m'aveva fatto freddino. Magletta, maglia antivento Lidl, pile Decathlon (tutto all'insegna del basso costo, ma vi invito a provarle entrambe!), sottopantaloni, calze elettriche, pantaloni, stivali, giubbotto, sottocasco, casco, borsetto... ancora non era l'ora di pranzo e ho pensato fosse il caso di uscire. Dopo un chilometro mi sono reso conto che avevo un piede gelato: filo calza staccato, tornare alla base. Risolto l'inconveniente, arrivo al centro revisioni e mi accorgo che hanno traslocato dall'altra parte del paese. Dopo il giretto dovevo farmi i capelli, andare a pranzo e ripartire in macchina per Pontedera: fanqulo alla revisione, chi vuoi che mi fermi...
E finalmente via, verso la Chiantigiana. Grazie ai gatti morti e alle manopole riscaldate anche le mani sono rimaste bene al caldo nonostante i campi tutto intorno fossero bianchi come dopo una nevicata e la temperatura probabilmente fosse di qualcosa sotto lo zero. Solito bar a Castellina, solita colazione e ripartire. Fino a quel punto ho avuto come la sensazione di non godermi il giretto, il tempo che mi ero faticosamente ritagliato: nei giorni passati ho anche meditato se non fosse il caso di lasciar perdere tutto, lo confesso...  Poi ci sono quei momenti inaspettati in cui la moto tutto d'un tratto mi dà ancora un senso di divertimento, di irrazionale pace... che non cambierei con nulla al mondo.
LA STUFA E IL BARBIERE
E in quel freddo polare ho sentito caldo. Mi sono fermato e mi sembrava una mattina di maggio: ho messo la moto sul cavalletto e ho fatto queste foto. E poi sono andato a farmi i capelli.

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