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La suggestiva tavolozza di Tabucchi

Creato il 27 settembre 2012 da Malpaese @IlMalpaese

Antonio Tabucchi – Racconti con figure, 356 pag.

Sellerio edizioni

Spesso la pittura ha mosso la mia penna” così introduce Antonio Tabucchi questa sua ultima raccolta di racconti, apparsa pochi mesi prima della sua scomparsa e dedicata a Elvira Sellerio, l’editore appunto, che più volte aveva sollecitato lo scrittore a pubblicare quella raccolta. In occasione della settimana internazionale del libro, voglio proporre questo grande autore che si è mosso tra traduzione (lo ricordiamo come il traduttore di Fernando Pessoa) e scrittura in punta di penna, con un tocco leggero.

Capace di fare di questi racconti, una tavolozza per il lettore che oltre al quadro, riesce a cogliere le suggestioni proposte, quelle dello scrittore, cioè di un mondo parallelo dove si può immaginare ciò che non si vede. I quadri sono solo uno spunto, l’ispirazione che dà modo all’autore di scrivere del suo mondo immaginario, con una tecnica, quella del racconto, dove Tabucchi ha dimostrato più volte di eccellere.

Il libro è suddiviso in un ideale spartito musicale, dove l’Adagio lascia prevalere la malinconia, l’Andante il brio e un’atmosfera più giocosa e le Ariette, dove il motivo, ovvero il soggetto, è solo accennato. La musicalità della scrittura di Tabucchi non è certo una novità per i lettori che in questo libro ritroveranno tutta la conoscenza dell’autore, in questo caso artistica, riproposta in una nuova chiave, quella del racconto e soprattutto dell’immaginazione. Ci sono quadri di grandi artisti e opere di pittori meno noti.

Sono in tutto 42 racconi, alcuni dei quali già apparsi in diverse pubblicazioni, nei quali l’autore spazia dalla descrizione e libera interpretazione delle opere trattate, fino a personaggi (come Pereira) che già hanno abitato altre sue storie.

Il linguaggio è quello tipico di Tabucchi, che ama i silenzi e il soffermarsi sulle parole, il respiro ampio e i racconto, considerato un genere più completo rispetto ad un romanzo che spesso lascia aperta la chiusa. Ogni racconto è accompagnato dalla relativa illustrazione a colori ed è affascinante questa sorta di entrata, da parte dello scrittore, all’interno di un quadro che gli permette di interpretare la genesi dell’opera e le intenzioni del suo autore. Fa nascere il desiderio di guardare di persona quei quadri che hanno ispirato in lui questi scritti. Forse a qualcuno potrà sembrare un semplice esercizio letterario, ma in realtà si tratta di piacere puro della scrittura, di voler trasferire sulla carta l’emozione provata di fronte ad un’opera d’arte. Anche per il lettore diventa piacere puro della lettura. Ma non piacere fine a se stesso, perchè nonostante questa considerazione, questi racconti offrono lo spunto per capire il valore di un’opera d’arte, quanto quello della letteratura. Come se le parole fossero capaci di definire i sensi. O come meglio dice l’autore nella sua nota iniziale: “Il territorio della scrittura è l’immaginazione che va oltre l’immagine, è il racconto delle figure ma anche il loro rovescio e la loro moltiplicazione, il racconto dell’ignoto che le circonda”.

Bianca Folino

La suggestiva tavolozza di Tabucchi



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