La tecnologia a favore del business, ma l’Italia (s)vende
Oggi è il giorno dell’ufficializzazione di un’altra triste (s)vendita di industrie italiane ai mercati esteri. Oggi è il giorno in cui tutti i giornali aprono i loro siti internet con la notizie del passaggio di controllo azionario dell’italiana Telecom agli spagnoli di Telefonica.
Si fa nuovamente largo il dibattito sulla tecnologia e sul suo uso a favore del business.
Mentre l’Italia (s)vende i suoi gioielli. Dopo il caso Alitalia (per il quale non è stata ancora scritta la parola fine), anche quello Telecom fa riflettere su quanto sta succedendo nel nostro Paese.
I partiti di governo, del governo delle larghe intese, pressano il premier e chiedono un suo intervento in aula. Ma cosa dovrebbero fare le grandi (e meno grandi) aziende in questo momento di congiuntura economica particolarmente sfavorevole?
Nei periodi di crisi, le aziende dovrebbero saper cogliere tutte le opportunità che la tecnologia offre per ottimizzare le loro infrastrutture. Nel farlo, dovrebbero comunque stare attente a contenere i costi di realizzazione, senza mai dimenticare quanto siano importanti due aspetti.
Cosa non bisogna mai dimenticare
Sarà fondamentale, in ogni buona operazione di rinnovamento che si rispetti, aprire nuovi canali di comunicazione con la clientela e, soprattutto, entrare in nuovi mercati. Non fare entrare i mercati stranieri dentro il loro, verrebbe da aggiungere nel caso italiano.
L’Italia sta (s)vendendo un settore fondamentale
Internet, la Banda Larga – in una parola, le telecomunicazioni – possono contribuire significativamente a raggiungere questi obiettivi, ma se ne devono assolutamente comprendere le offerte presenti sul mercato e la tecnologia. Diversamente, è proprio inutile tenere in piedi la baracca. E Telecom docet. Purtroppo.
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