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La terra dei lupi – Kino

Creato il 27 novembre 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

La terra dei lupi – Kino

 

Anno: 2011

Durata: 52’

Genere: Documentario

Nazionalità: Italia

Regia: Fabio Luongo

Sai cos’è l’inferno? Quando gli uomini costatano i propri errori e poi si mangiano le mani.

Nel Formicoso, tuttavia, non ce n’è di gente così. Nessuno che non abbia le unghie, unghie sporche di terra su mani sudate per il lavoro. La terra del Formicoso è La terra dei lupi, come la chiama Fabio Luongo nel suo documentario. Un lavoro intenso, quello di Luongo. Parla di desideri, speranze e della ricchezza naturale di un territorio incontaminato. In questi 52 minuti di filmato, però, si parla anche di delusioni, tradimenti e inganni, e di una strenua lotta. Le bugie e i sotterfugi di uno Stato che non sembra curarsi delle risorse che l’ambiente offre. Del resto, spesso si ragiona per paradossi. Quando si vuole eliminare un male si tende a inquinare la parte sana. Così ci si riunisce a difendere la terra madre, quella che ha cullato e sfamato e che rischia di essere deteriorata. Per far fronte all’emergenza rifiuti nazionale, il Ministero della Difesa Italiano prospetta un piano congeniale: costruire una mega-discarica per rifiuti tossici e radioattivi in Irpinia, una regione rurale del sud Italia sull’Appennino campano. Deturpare un territorio che è risorsa per una comunità è un disagio ancora più insostenibile delle rovinose conseguenze che una scelta simile possa comportare. Zi’ Rocco, Don Giuseppe e Tonino sono i fili conduttori del documentario, portavoci di un alto grado di scontento e malessere. Al centro della pellicola sta l’insoddisfazione generale, la disperazione di far parte di uno stato che non capisce i bisogni di chi crede di rappresentare. Vincitore del Premio Crocevia al 9° Festival delle Terre International Audiovisual Festival of Biodiversity del 2012, La terra dei lupi registra un’insofferenza viscerale, l’amarezza nel trovarsi costretti a difendersi dalle istituzioni, facendo appello alle sole proprie forze. Il progetto di Luongo gira attorno alla campagna di protesta per la difesa del territorio, durante la quale furono raccolte più di mille firme e prodotte quasi cento ore di girato. Il risultato è stato un lavoro apprezzabile e sincero, mosso da una tensione interna e sostenuto da una regia frenetica, a confermare l’ansia di un dramma insostenibile. Le testimonianze di vita vissuta si intrecciano con uno sguardo malinconico sulle bellezze di luoghi unici e inesplorati da proteggere. La terra dei lupi, forte di una ripresa movimentata, a tratti sporca e incerta, restituisce l’emozione inesplosa di chi è nell’occhio del mirino, invischiato nella problematica su cui si offre una visione tragica nella sua intima verità. Gli spunti di riflessione e la volontà di sensibilizzazione lasciano attoniti nella consapevolezza di una battaglia non ancora completamente vinta. Come qualcuno non manca di far notare, la legge l’ha fatta l’uomo e si può cambiare, perché la terra, la nostra terra, non può diventare un luogo di conquista.

Marta Gasparroni


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