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La terra dei veleni: continua l’inchiesta sui rifiuti tossici in campania

Da Exnovomen

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Dalle dichiarazioni dei pentiti della Camorra agli ultimi ritrovamenti. ExNovo ripercorre per voi le principali tappe della drammatica vicenda.

LE SCIOCCANTI TESTIMONIANZE

Continuano i ritrovamenti di rifiuti tossici in diverse aree della Campania. Alla luce delle vicende susseguitesi nell’ultimo mese abbiamo tentato di riassumerne per voi le principali tappe.

Tutto inizia con le ultime scottanti dichiarazioni del pentito della Camorra, Carmine Schiavone (detto Sandokan), che hanno riportato i riflettori sulla vicenda. L’ex boss dei Casalesi e collaboratore di giustizia dal 1993 in una recente intervista rilasciata al Fatto Quotidiano afferma di aver rivelato a partire dal 1997 alla commissione Ecomafie i luoghi esatti in cui sarebbero sotterrati enormi quantità di fusti radioattivi. Quelle aree non sarebbero mai state bonificate a causa della mancanza di fondi. Tra i rifiuti più pericolosi sepolti ci sarebbero anche “cassette di piombo con materiale nucleare” provenienti dal Nord Europa. I siti di smaltimento potrebbero quindi essere noti già da vent’anni senza che nessuno sia intervenuto. Schiavone sostiene persino di aver, in più occasioni, condotto personalmente le autorità su quei terreni avvelenati. Pare addirittura che la Criminalpol di Roma  – su delega della procura di Napoli – abbia fatto dei sopralluoghi nei luoghi indicati riscontrando la veridicità delle indicazioni del pentito. Secondo il suo racconto, Schiavone consegnò alla commissione appunti e documenti con l’indicazione delle società coinvolte, delle targhe dei mezzi usati per gli scarichi.  Appare evidente come tali affermazioni risultino sconcertanti  sebbene l’attendibilità del pentito venga ancora messa in dubbio.  A distanza di quasi vent’anni le parole pronunciate dal boss durante la sua testimonianza  restano ancora coperte da segreto. Risulta dunque impossibile sapere quanto egli effettivamente raccontò in quell’occasione.

Alle dichiarazioni di Schiavone si aggiungono quelle di un altro pentito, Luigi Guida, durante l’ultima udienza del processo Eco 4.

Il processo, che vede imputato Nicola Cosentino per concorso esterno in associazione camorristica, era stato aperto nel 2008 quando l’ex Sottosegretario di Stato venne accusato  di aver avuto un ruolo centrale nel riciclaggio abusivo di rifiuti tossici attraverso la società di smaltimento Eco4 gestita dai fratelli Sergio e Michele Orsi.

Alla fine del 2009 entra in gioco Luigi Guida, soprannominato O’ndrink, che con le sue scottanti dichiarazioni fa emergere gli stretti legami esistenti fra Cosentino e i fratelli Orsi, collusi con la Camorra, diventando elemento chiave del processo.

Nell’ultima udienza tenutasi il 25 settembre scorso Guida, che tra il 2001 i il 2005 reggeva una delle fazioni del clan di Casalesi, rispondendo alle domande del pm si è soffermato a parlare in particolare della discarica, o per meglio dire, del sito di stoccaggio di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) dove per diversi anni sarebbero giunti camion provenienti dal nord Italia trasportanti tonnellate di rifiuti nocivi. Quando il deposito era gestito dai fratelli Orsi i camion riuscivano ad entrare e a scaricare il loro carico attraverso la falsificazione di documenti e truffe sul peso del loro contenuto eludendo qualsiasi controllo.

Si attende ora la prossima udienza del processo, che si terrà ad ottobre, con la convinzione che nuovi particolari verranno alla luce

I LUOGHI CONTAMINATI  E LE GRAVI CONSEGUENZE SULLA SALUTE

Nel novembre del 2012 Il Ministero della Salute ha pubblicato una lista dei siti a rischio nella regione Campania al fine di mantenere in allerta l’attenzione pubblica. Si tratta di ben 47 siti pericolosi tra la provincia di Napoli e quella di Caserta. Un’area vastissima oramai altamente contaminata dove negli ultimi anni si è assistito ad una crescita esponenziale di tumori, malattie respiratorie, circolatorie, neurologiche e renali.

Buona parte di queste aree risulta particolarmente difficile da bonificare. In alcuni siti è probabile che i fluidi inquinanti abbiano già raggiunto le falde acquifere. Oramai non si tratta più di un pericolo futuro. Sono già centinaia le vittime di questa terra avvelenata di cui quasi nessuno parla. E’ un situazione drammatica e sconcertante alla quale i media non sembrano prestare la dovuta attenzione . Le ultime ricerche hanno confermato che i napoletani che abitano nei quartieri a nord, cioè quelli più vicini all’area casertana invasa dai rifiuti avvelenati, si ammalano di cancro molto più che in qualsiasi altra parte d’Italia: 131 cittadini ogni 100 mila rispetto agli 80 del dato nazionale.

La questione delle bonifiche appare complessa e delicata. Sono necessarie cifre enormi dell’ordine dei miliardi di euro. Soldi di cui lo Stato non disponeva al momento dei primi ritrovamenti e che sembra non avere neanche attualmente. Inoltre in molti luoghi la contaminazione è talmente intensa tanto da sembrare irreversibile. Si tratta di quelle aree in cui sono stai sepolti interi fusti nei primi anni novanta quando dal nord Italia, dalla Francia, dalla Germania pervenivano richieste di smaltimento rifiuti chimici e speciali.

GLI ULTIMI RITROVAMENTI

Intanto continuano gli scavi in aree dove, sulla base di indagini e segnalazioni, le forze dell’ordine sono alla ricerca di agenti inquinanti e materiali pericolosi.

Il 17 settembre fusti metalli corrosi e fanghi industriali tossici sono stai trovati in un terreno di Casal di Principe a pochi metri da un asilo e da una ludoteca. Tutto è partito dalle segnalazioni di un pentito che ha confessato di aver guidato personalmente la ruspa utilizzata per scavare e seppellire quei rifiuti. Non si tratterebbe quindi delle dichiarazioni di Schiavone ma di un altro collaboratore di giustizia ritenuto maggiormente attendibile dagli inquirenti. I fusti erano sepolti ad una decina di metri, non lontano dalle falde acquifere. Si tratterebbe del contenuto di una ventina di camion scaricato nel luogo nei primi anni ’90. E’ stata comunque esclusa la presenza di rifiuti radioattivi.

Il 24 settembre le ruspe hanno iniziato a scavare nel comune di Qualiano, in provincia di Napoli. Si cercano i rifiuti tossici interrati nell’ex discarica autorizzata “Campanile”. L’appezzamento di terreno dove si sta scavando si trova alle spalle di una casa di risposo per anziani.

LA PROTESTA

Molti si stanno battendo al fine di rompere questo silenzio e far emergere questa vergognosa realtà. Occorre far sentire la propria voce alle istituzioni per cercare di ottenere il sostegno di cui ogni cittadino ha diritto . L’ultima iniziativa è stata quella messa in atto da numerosi cittadini campani. Migliaia di cartoline raffiguranti le foto delle vittime di tumori  – in particolare ragazzi e bambini – sono state inviate al Presidente della Repubblica con frasi come “Presidente, i nostri figli muoiono” . Si tratta di un’azione di grande impatto volta a sensibilizzare la popolazione e smuovere le coscienze.

Lo smaltimento dei rifiuti tossici rimane una delle vicende più drammatiche e controverse del nostro Paese. Non solo Schiavone e Guida ma numerosi altri pentiti hanno fatto confessioni dai contenuti estremamente inquietanti rivelando particolari sui fatti e i nomi di importanti personalità coinvolte in questo losco affare dalla portata di miliardi euro che per molto tempo è rimasto nascosto. La maggior parte delle deposizioni sono secretate e risulta impossibile saperne i dettagli. Quello che è certo è che si tratta di una questione molto più grande di quanto si possa pensare, un business che vede immischiati camorristi, grandi imprenditori, importanti politici e alti funzionari.   Alla luce di tutto ciò ovvi interrogativi tormentano le nostre coscienze: come si è arrivati a tal punto? Come’è possibile calpestare la salute della gente per denaro? Ci troviamo di fronte ad una terra malata, ad una magnifica regione il cui futuro potrebbe essere compromesso irrimediabilmente. Ma soprattutto ci troviamo di fronte ad individui che hanno avvelenato e massacrato il proprio territorio in nome di un dio vile e sporco quale è il denaro infliggendo una ferita mortale alla terra dei propri padri e dei propri figli. Non si può non rimanere inorriditi da quanto letto nelle righe precedenti. Abbiamo visto che veleni mortali sono stati sepolti sotto campi agricoli, vicino a scuole materne e case di riposo. Qualunque dato o frase si possa ancora qui di seguito riportare non sarà mai tanto efficace come l’immagine di una madre che piange per la morte del proprio bambino, immagine che purtroppo si ripete molto più frequentemente di quanto si possa pensare. Accanto alla rabbia e allo sconforto per questa inumana vergogna tuttavia deve sopravvivere un sentimento di speranza. La speranza che la giustizia faccia il suo corso vincendo tentativi di corruzione ed ostacoli posti da poteri forti, la speranza che un giorno tutti, veramente tutti i responsabili di questo scempio vengano puniti, la (forse utopica) speranza che in  un futuro prossimo l’uomo impari a non vendere la propria salute e la propria anima per denaro.

Marco D’Acunti.


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