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La terra di sotto

Creato il 22 febbraio 2012 da Upilmagazine @UpilMagazine

Gli ambienti cavernicoli hanno da sempre attratto l’attenzione dell’Uomo sia per il loro fascino sia perché ripari naturali e siti idonei all’espletamento di attività. La speleologia è la scienza che studia le caverne, la loro origine e trasformazione, i fenomeni fisici, biologici ed antropici ad esse collegati. Al tempo stesso la speleologia è attività tecnica di esplorazione delle cavità.
Nel 1972, la passione per la conoscenza di un pugno di giovani che avevano avuto l’opportunità di incontrare insigni studiosi come il Professor Pietro Parenzan, fondatore del Centro Speleologico Meridionale, diede vita al Gruppo Speleologico Neretino (G.S.N.).
Decenni di impegno hanno permesso all’associazione di essere iscritta al primo posto dell’Albo comunale di Nardò (LE) e di diventare cofondatrice della Federazione Speleologica Pugliese.
Il G.S.N., da sempre impegnato in studi di Preistoria, Geologia, Biologia e Speleologia, al fine di implementare e diffondere le conoscenze relative a questi ambiti disciplinari, nonché di promuovere una migliore tutela e valorizzazione del territorio, ha negli anni sviluppato numerose attività esplorative in Italia ed all’estero ed ha costituito una biblioteca specialistica, nella propria sede, che comprende più di mille titoli.
L’associazione, negli anni, ha contribuito in maniera rilevante alla realizzazione del catasto delle grotte e delle cavità artificiali della Regione Puglia, strumento indispensabile per la conoscenza e la tutela del patrimonio speleologico, sia per ciò che concerne l’area terrestre che per quanto attinente al dominio sottomarino.
Nel 1987, inoltre, sulla scia della prima mostra documentaria sulla preistoria salentina “Nardò e il Salento nella Preistoria d’Italia” (1980), i soci del Gruppo allestiscono il Museo Didattico di Preistoria che, attualmente, si compone di 4 sezioni relative a: tecnica speleologica, geologia, preistoria ed archeologia subacquea.
Da poco più di un anno il Museo espone anche 52 reperti fossili di specie ittiche rinvenute sul territorio neretino e di particolare importanza paleontologica perché comprendenti olotipi, ossia fossili di specie sconosciute per la fauna mondiale, studiate per la prima volta attraverso queste testimonianze.


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